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90° anniversario del Partito Comunista del Venezuela: intervento del Segretario Generale del CC del PCV, Oscar Figuera González

Oscar Figuera González | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/03/2021

Lo scorso 5 marzo 2021, in occasione del suo 90° anniversario, il Partito Comunista del Venezuela ha organizzato un evento celebrativo on-line. 51 Partiti Comunisti e Operai del mondo hanno inviato un loro messaggio di saluto, di cui 33 hanno partecipato all'iniziativa on-line (leggi qui intervento del KKE e del PCM) (ndr)

La storia ci appartiene!

1. Buongiorno, compagni. Vi prego di accogliere il fraterno e solidale saluto di tutta la militanza e la direzione del Partito Comunista del Venezuela e della Gioventù Comunista, con tutto il nostro impegno nella lotta antimperialista per la liberazione nazionale e per il socialismo-comunismo.

2. Un caloroso saluto pieno di gratitudine a tutti i nostri fratelli Partiti Comunisti e Operai del mondo per la vostra partecipazione a questo evento del 90° anniversario della fondazione del PCV; e, in egual misura, per la vostra solidarietà militante, espressione e pratica conseguente dell'internazionalismo proletario con cui avete sempre accompagnato le lotte della classe operaia e dei lavoratori della città e della campagna in difesa della sovranità, dell'indipendenza e dell'autodeterminazione della Patria Bolivariana, così come le lotte del PCV e della JCV.          

3. Il Partito Comunista del Venezuela (PCV) è il Partito della falce e del martello e della stella rossa a cinque punte, così come è il Partito del gallo rosso, come siamo popolarmente conosciuti nel nostro paese. È il Partito che, con la diffusione del marxismo in Venezuela, Pio Tamayo contribuì a fondare; è il Partito di José Aquino Torres (Tirso, segretario politico della prima cellula comunista); il Partito di Gustavo Machado, Olga Luzardo, Jesus Farìa, Jesús Martínez Pozo, Jorge Saldivia Gil, Fernando Key Sánchez, Manuel Taborda, Max García, Gabriel Bracho, Eduardo Gallegos Mancera, Pedro Ortega Díaz, Alberto Lovera, Argimiro Gabaldón, Livia Gouvernier, Donato Carmona, Raquel Reyes, Cruz Villegas, Hemmy Croes, Eumelia Hernández, José "Cheché" Cortéz, Alonso Ojeda Olaech, Nicomedes Abreu, Natalio Castillo, Carmen Conzoño, Jerónimo Carrera, María del Mar Alvarez de Lovera, Belén San Juan, Luís Fajardo, Carmen Rojas... il Partito di così tante altre migliaia di compagni la cui memoria immortaliamo in questi pochi nomi. È questo eroico e combattivo Partito, leale al marxismo-leninismo e al proletariato, che sta compiendo novant'anni di infaticabile impegno con le lotte e gli interessi della classe operaia mondiale e dei lavoratori venezuelani della città e della campagna; novant'anni al servizio della suprema causa dell'umanità: il Comunismo .

4. Rendiamo un sentito e meritato omaggio ai nostri fondatori e fondatrici, coloro che costruirono il Partito, gli eroi, le eroine e i martiri del PCV, della JCV e del movimento popolare rivoluzionario venezuelano di tutti i tempi che, con il loro sforzo, hanno contribuito all'avanzamento del processo rivoluzionario venezuelano. Queste sono le persone che, col proprio sangue ed il proprio sudore hanno irrigato e curato i solchi del raccolto che sta per venire, che non può esser nient'altro che la ribellione del popolo contro il capitale, il rovesciamento del regime borghese e la presa del potere da parte dell'alleanza delle classi sfruttate, guidate, come dev'essere, dalla classe operaia e dalla sua avanguardia per la costruzione del socialismo-comunismo. Orgogliosi del nostro passato e lottando per il futuro comunista, il PCV continua e continuerà.

5. Dalla sua nascita fino ai giorni nostri, il PCV si è fuso nel crogiolo storico-culturale della lotta e della resistenza della nostra stessa esistenza come popolo e nazione venezuelana, apprendendo dal pensiero dei nostri liberatori, in particolare le idee di emancipazione e unità Latinoamericana e Caraibica del Liberatore Simón Bolívar. Questo è stato sempre fatto nel dialogo, incontro e collegamento con il movimento universale della corrente rivoluzionaria scientifica e coerente, che esprime gli interessi delle giuste cause dei popoli, come è il marxismo-leninismo.

6. Ecco da dove veniamo, dove siamo diretti e dove siamo attualmente. Siamo consapevoli della nostra responsabilità storica, siamo saldi nei nostri principi, valori ed obiettivi che sono propri delle organizzazioni comuniste all'interno delle società capitaliste e di cui siamo portabandiera e consequenziali nella difesa degli interessi della classe operaia e della nazione venezuelana.

7. Il 5 marzo del 1931 fu fondato il PCV ed è stato un primo momento di apice del processo che già attraversava i sentieri della patria venezuelana e della patria grande latinoamericana e caraibica e mondiale, un processo che poggiava sulle spalle e le lotte del proletariato nazionale e internazionale. Nella coscienza proletaria era presente un faro luminoso e una sicura speranza di emancipazione come risultato della Grande Rivoluzione Socialista Bolscevica d'Ottobre di operai, contadini e soldati, i quali, sotto la magistrale guida del Partito Bolscevico con Vladimir Ilich Lenin al timone, costruirono l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).

8. Il compagno Fernando Key Sánchez, studioso della storia della fondazione del PCV, lo spiega in questi termini: "Negli anni '20, nel fulgore della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre che rovesciò lo Zarismo feudal-imperialista per stabilire un governo di operai, contadini e soldati; con le conseguenze a noi più vicine della Rivoluzione Messicana agraria antimperialista; e infine, nel quadro dello sviluppo capitalista e dello sfruttamento del petrolio da parte dei monopoli yankee e inglesi che fu imposto al Venezuela, cominciarono a formarsi tre correnti rivoluzionarie che, nel convergere, genereranno il Partito Comunista del Venezuela nel 1931".

9. Il compagno Key Sánchez specifica questi elementi come: "1) la crescita delle classi operaia e popolari e delle loro lotte quotidiane, inclusi gli scioperi, sia nella regione centrale del paese quanto nelle aree petrolifere; 2) l'affiliazione al marxismo-leninismo di un significativo numero di attivisti antigovernativi venezuelani in esilio; e 3) i gruppi di studenti radicalizzati che nel 1928-29 divennero simpatizzanti comunisti nel carcere di Puerto Cabello, così come intellettuali della Zulia e altre regioni che seguirono lo stesso percorso."

10. Quel 5 marzo 1931 fu un belissimo giorno, per via delle nuove e trascendenti idee a cui la classe operaia venezuelana stava dando vita, sulla scia della chiara coscienza che, nelle segrete del Castello di Puerto Cabello da quando, nel 1928, vi fu imprigionato, seminava il precursore delle idee comuniste in Venezuela, Pio Tamayo. Qui, centinaia di giovani studenti che pagarono la loro ribellione contro la tirannia del petrolio di Juan Vicente Gómez acquisirono coscienza di classe e insieme alle mani callose di artigiani, calzolai, operai tranviari e sigarettieri, fornai, carpentieri e barbieri, guardavano tutti alla Rivoluzione Bolscevica da lontano come obiettivo per le lotte operaie e del futuro avvenire, la cui presenza si fece concreta con il sostegno ricevuto dall'Internazionale comunista e dal suo Ufficio Caraibico, con la presenza di militanti venezuelani nei partiti comunisti di Francia e Stati Uniti, a cui fu assegnata la missione di contribuire alla creazione del PCV. Una splendida giornata, piena di coscienza, decisione, coraggio e senso della missione storica.

11. Su questo periodo, che iniziò nel 1928 con le proteste per la settimana dello studente, riferendosi ai giovani imprigionati assieme a Pio Tamayo, il compagno Eduardo Gallegos Mancera dice: "Là, fra gli ergastoli e i campi di lavoro forzato (...) [le idee] germogliavano nelle menti di coloro che, seppur ancora adolescenti (..), giungevano a comprendere il carattere di classe della dittaura di Gomez e l'urgente necessità di fondere la lotta contro di essa con la lotta intransigente per la democrazia reale, contro lo sfruttamento dei lavoratori, contro la dominazione imperialista e, infine, per l'instaurazione del socialismo."

12. In quel 5 marzo 1931, si costituisce la prima cellula del Partito Comunista del Venzuela, eleggendo quale suo segretario politico,  l'operaio calzolaio Tomás Aquino Torres che militò nel PCV fino all'ultimo dei suoi giorni quando aveva più di 100 anni. Onore e gloria alla memoria imperitura del compagno Tomás Aquino Torres.

13. Il PCV fu costruito a partire da un processo di creazione di cellule e non come evento nazionale. Nel mezzo della più feroce dittatura di Juan Vicente Gómez, che agiva al servizio dei monopoli petroliferi statunitensi, dopo le lotte studentesche e popolari del 1928 fu approvata una Costituzione che proibiva espressamente la diffusione delle idee comuniste e anarchiche nel suo articolo 32, comma 6. Tali azioni erano punibili con l'incarcerazione, il lavoro forzato, il confino in aree inospitali, l'esilio, la tortura e l'omicidio. La clandestinità è stata, per molti anni e diversi momenti nella nostra storia, la forma di esistenza da cui l'organizzazone comunista venezuelana compiva le sue azioni.

14. La data che oggi celebriamo ebbe il suo centro d'azione nella capitale della repubblica, a Caracas, e fu accompagnata dall'Ufficio dei Caraibi dell'Internazionale Comunista. Contemporaneamente, pur non raggiungendo le forme di organizzazione leninista o struttura partitica, simili processi si sviluppavano nella Zulia, Táchira e altre regioni del paese. Nel primo caso, vediamo l'influenza della propaganda e della letteratura marxista inviata dal Messico e Stati Uniti, incluso "El Machete", il giornale de Partito Comunista del Messico. Nel secondo caso, quello dell'attività e dell'incidenza del Partito Comunista di Colombia.

15. Inoltre, il "Manifesto del Partito Comunista ai lavoratori del Venezuela", datato 1° maggio 1931 e firmato dal Comitato Centrale Provvisorio, da distribuirsi nel nostro paese, venne stampato in Colombia tramite la collaborazione e il supporto del caro e fraterno Partito Comunista Colombiano, sotto la direzione dell'Ufficio Caraibico (dell'Internazionale Comunista, ndr).

16. Questo breve resoconto ha il fine di mostrare che nel processo della sua costruzione, il Partito Comunista del Venezuela attinge dallo sviluppo della lotta di classe a livello nazionale e dalla più ampia solidarietà del movimento comunista raggruppato nella Terza Internazionale, l'Internazionale Comunista che, nel suo VII Congresso, nella sessione serale del 20 agosto 1935, approvò un "Accordo sull'Ammissione di Nuovi Partiti nell'Internazionale Comunista". Questo accordo, nel suo punto "a", afferma: "a) Accettare i Partiti Comunisti di Indocina, Filippine, Perù, Colombia, Costa Rica, Puerto Rico e Venezuela quali Sezioni dell'Internazionale Comunista."

17. Fin dai tempi originari della sua fondazione fino ad arrivare ai giorni nostri, il Partito Comunista del Venezuela ha attraversato nove decenni di instancabile lotta in difesa della propria funzione di distaccamento del proletariato venezuelano, contro l'oligarchia e l'imperialismo, contro l'opportunismo e il riformismo, per la liberazione nazionale e il socialismo-comunismo. In questo periodo, spettava a noi essere fondatori del movimento sindacale degli operai e dei contadini venezuelani con coscienza di classe; di organizzare e guidare la prima grande manifestazione nazionale antimperialista quale fu lo sciopero petrolifero del 1936-1937; persino in piena clandestinità, di tenere la nostra Prima Conferenza Nazionale, l'8 agosto 1937, per decidere di "mostrarci" e di promuovere la riaffermazione ideologica e la strutturazione nazionale del PCV. Allo stesso modo, spettava a noi guidare le lotte di operai e contadini negli anni '40; promuovere le lotte per i diritti della donna lavoratrice e dei giovani lavoratori; e formulare la strategia e la tattica contro la dittatura di Perez Jimenez degli anni '50, finché non riuscimmo a costruire l'unità nazionale del movimento dell'Alleanza Patriottica, che, attraverso un'alleanza civica-militare, riuscì infine a rovesciarla. Spettava a noi esercitare tutte le forme di lotta, compresa la lotta armata insurrezionale di fronte al tradimento di Punto Fijo della vittoria popolare del 23 gennaio 1958; nel vittorioso confronto con le deviazioni dal marxismo, sia da posizioni di pseudosinistra che di destra, dentro e fuori il Partito; nella resistenza ideologica, politica e di massa contro il regime oligarchico-borghese instaurato dal bipartitismo di Punto Fijo, che fu sconfitto dalla vittoria di Chávez nel 1998. Fu il PCV ad essere la prima prima organizzazione politica ad esprimere il poprio sostegno a Chávez, mantenuto per tutta la durata della propria gestione, nonostante le franche ed oneste critiche che gli esprimemmo in diverse occasioni. Abbiamo difeso la validità e l'esistenza del Partito Comunista del Venezuela, contro le correnti liquidatrici che, nel 2007, volevano la nostra dissoluzione e che oggi ritornano nel tentativo di ottenere ciò che non fu loro possibile nelle occasioni precedenti; e che nemmeno oggi riusciranno ad ottenere. Come disse il compagno Jesus Faría: "Il Partito Comunista non può essere distrutto da nessuno!"

18. Stiamo attraversando un periodo di grandi minacce contro i popoli e la classe operaia del mondo. L'aggravarsi della crisi generale del sistema capitalista nella sua fase imperialista, acuisce la feroce competizione tra i centri del capitale monopolistico. Questa disputa interimperialista e intercapitalista, acutizzata dalla tendenziale caduta del tasso di profitto e accelerata fino all'estremo dalla terribile pandemia del Covid-19, intensifica anche lo sfruttamento della classe operaia e delle masse popolari dentro i confini degli stati nazionali e crea le condizioni affinché i governi esercitino il loro controllo territoriale e sociale e impongano una cosiddetta "nuova normalità", che altro non è che quella del capitale sul lavoro.

19. Il deteriorarsi dell'egemonia economica dei monopoli statunitensi appare evidente alla luce della sempre più aggressiva politica internazionale da parte del governo USA. Ciò si esprime nell'incremento di ingerenze, aggressioni militari e applicazione di sanzioni unilaterali illegali in ambito economico, finanziario e commerciale a danno di paesi e popoli, generando maggiori tensioni e conflitti globali, minacciando la pace mondiale con nuove guerre d'aggressione, distruggendo le forze produttive e acuendo le ingiustizie e le diseguaglianze sociali. La voracità imperialista è la causa delle guerre attuali, della distruzione dell'ambiente, dello sradicamento di milioni di persone e della crisi umanitaria che si abbatte sulle popolazioni aggredite. L'imperialismo, in particolare quello statunitense-europeo, rimane il principale nemico dei nostri popoli e dell'umanità intera.

20. Questo difficile momento in cui la pandemia ha posto l'umanità, viene sfruttato dall'alta borghesia e dai suoi Stati per imporre politiche autoritarie e antipopolari e implementare riforme contro i lavoratori volte alla privatizzazione di imprese e servizi pubblici, alla distruzione dei diritti, alla svalutazione dei salari, alla deregolamentazione e precarizzazione delle condizioni lavorative, alla riduzione dei posti di lavoro e al sovrasfruttamento della forza lavoro. Tutto ciò con l'obiettivo di smantellare la capacità di resistenza e di lotta del movimento operaio.

21. La crisi capitalista mondiale viene ancora una volta scaricata, con tutto il suo peso, sulle spalle dei lavoratori e dei popoli del mondo. I capitali monopolistici e la borghesia in generale mirano a sacrificarli con lo scopo di preservare i propri profitti. Questi sono tempi d'unità, resistenza e lotta dei popoli con alla testa la classe lavoratrice per rovesciare il dominio borghese, prendere il potere e aprire la via della liberazione nazionale e del socialismo-comunismo.

22. Nel caso del Venezuela, è in profonda crisi il modello di accumulazione capitalista dipendente e di rendita, esacerbato dall'aggressione imperialista. Ciò si riflette in una riduzione del 75% delle dimensioni dell'economia nazionale (PIL) e un calo del 70% delle riserve internazionali durante il periodo tra 2014 e 2020.

23. Questa contrazione senza precedenti dell'economia nel corso degli ultimi 7 anni, corrisponde al calo abissale delle entrate petrolifere come conseguenza, dapprima, del calo dei prezzi internazionali del petrolio dal 2014 e, successivamente, del deterioramento della capacità produttiva dell'industria petrolifera venezuelana. Il collasso operativo della PDVSA è il risultato dell'azione combinata di tre fattori: le forme private esistenti di appropriazione della rendita petrolifera che hanno portato alla sua decapitalizzazione; le gestioni corrotte; e gli effetti dannosi delle sanzioni imperialiste illegali che sono state applicate contro l'industria dal 2017.

24. Per un'economia caratterizzata dal suo status di monoesportazione e multimportazione, che riceve oltre il 90% delle sue entrate in valuta estera dalle esportazioni di petrolio, dipende dalle importazioni per oltre il 70% dei beni di consumo, era inevitabile che sarebbe stata gravemente colpita e destabilizzata dal calo della sua principale fonte di reddito. Nel 2014, il PCV avvertì del corso degli eventi e sottolineammo l'importanza di cogliere l'opportunità del forte calo dei prezzi del petrolio e il loro impatto negativo sul reddito nazionale per parlare in modo chiaro al popolo e avviare un massiccio impulso allo sviluppo produttivo nazionale, quando ancora erano disponibili importanti riserve internazionali. Non siamo stati ascoltati. Il governo garantì pubblicamente che il popolo non sarebbe stato toccato e che nessuno avrebbe dovuto preoccuparsi, per usare le parole del Presidente Nicolás Maduro. Si diede priorità al pagamento del debito estero: 109,6 miliardi di dollari sono stati pagati ai creditori fra il 2013 e il 2017. Ciò è stato ammesso dal Presidente della Repubbica nella sua presentazione annuale all'Assemblea nazionale del gennaio 2021.

25. Ma non si dice tutta la verità quando si afferma che la causa della crisi economica e i suoi effetti devastanti sui lavoratori sono esclusiva responsabilità dell'aggressione imperialista. Questa argomentazione mira a nascondere le responsabilità dei capitali privati e della gestione del governo nella generazione della crisi.

26. La base dell'attuale crisi è la forma parassitaria di appropriazione privata della rendita mineraria-petrolifera a vantaggio della riproduzione di un capitale privato non petrolifero inefficiente. La stessa si basa sull'acquisizione interna della rendita da parte di questo capitale privato nazionale e transazionale per successive fughe all'estero. Importazioni massicce e indiscriminate, così come la corruzione, sono alcuni dei loro meccanismi di appropriazione. Questo circolo vizioso, impedisce al flusso di entrate del paese - attraverso entrate petrolifere e minerarie - di rimanere all'interno del circuito di accumulazione interno al fine di potenziare un processo nazionale di industrializzazione e sviluppo economico sovrano ed indipendente. Questa specificità della base economica venezuelana, lungi dall'essere trasformata nel corso di 20 anni di sviluppo bolivariano, è stata approfondita. Ciò è avvenuto nonostante gli sforzi del Presidente Hugo Chávez Frías per combattere il latifondo e i monopoli della commercializzazione, per promuovere piani di industrializzazione e sviluppo produttivo nella campagna; politiche sabotate da un settore della sua stessa squadra ministeriale e dell'alta dirigenza politica. Da lì, la continuità e l'accentuazione dei gravi problemi di dipendenza e arretratezza agricola e industriale di cui soffre il paese, ci pone in totale svantaggio di fronte all'aggressione imperialista.

27. A questo punto, dobbiamo fermarci per rendere omaggio alla memoria del Presidente Hugo Chávez Frías, che morì in un giorno come questo, il 5 di marzo 2013. Inviamo un omaggio alla sua famiglia, al popolo venezuelano, ai militanti del PSUV, così come a quelli del PCV, che riconoscono in Chávez un leader che fu coerente con la lotta di liberazione nazionale e dei diritti del popolo. Oggi è tempo di raggruppare le forze popolari rivoluzionarie e le correnti di base chavista, per difendere le vittorie acquisite nella gestione del Presidente Hugo Chávez, riprendere il processo di liberazione nazionale del Venezuela e aprire veramente la strada al socialismo-comunismo nel nostro paese. Onore e gloria alla memoria del Comandante Hugo Chávez Frías!

28. Coloro che riducono tutto alla cospirazione imperialista, che esiste e che come PCV respingiamo ed affrontiamo, insabbiano il fulcro del problema: la natura dipendente, basata sulla rendita, dell'economia; i meccanismi esistenti di appropriazione privata del profitto derivante dall'estrazione del petrolio; e le forme di gestione borghese dello stato.

29. Il calo delle entrate petrolifere, il pagamento del debito estero, l'incapacità di accedere a finanziamenti esterni e le difficoltà generate dalle criminali sanzioni imperialiste, servono tutte come giustificazioni per approfondire la tendenza liberale borghese della politica economica del governo. La scommessa di rilanciare l'economia attraverso politiche di liberalizzazione economica, che favoriscono il capitale locale ed estero svalutando il prezzo della forza lavoro, si concretizza in misure di privatizzazione delle imprese pubbliche, agevolazioni fiscali al capitale, dollarizzazione dell'economia e flessibilizzazione delle relazioni lavorative. Le ampie garanzie offerte dal governo al capitale privato e ai suoi profitti, sono in netta contrapposizione e sacrificano le conquiste ottenute dalla classe operaia nelle dure lotte del ventesimo secolo e altre ancora ottenute nel processo Bolivariano ai tempi di Chávez. Le politiche contro i lavoratori sono una componente chiave dell'adeguamento economico.

30. È di fronte a questa realtà della crisi del capitalismo venezuelano dipendente e di rendita, acuita dall'aggressione imperialista e dalle politche al servizio del capitale che, a nostro giudizio, sono state attuate dal governo, che il PCV ha sollevato la necessità di un dibattito nazionale e di una via d'uscita rivoluzionaria. In assenza di una risposta a questi approcci, abbiamo deciso di promuovere, in collaborazione con altri settori sociali e politici con i quali concordiamo questa caratterizzazione, la costruzione dell'Alternativa Popolare Rivoluzionaria (APR) per rilanciare un programma finalizzato alla ripresa del percorso del processo nazionale di liberazione del Venezuela che possa realmente aprire prospettive per la costruzione del socialismo in Venezuela.

31. Insistiamo: in Venezuela, non è in crisi il socialismo, poiché non c'è socialismo; ad essere in crisi è il capitalismo. L'attuale crisi capitalista dimostra che la gestione borghese dello stato si è esaurita. A prescindere dalla frazione borghese che giunge al governo, la sola cosa che è in grado di fare è aggravare la dipendenza economica e le condizioni di precarietà dei lavoratori e delle lavoratrici. La conquista del potere da parte della classe operaia e contadina si afferma oggi come l'unica e vera alternativa di cambiamento e trasformazioni rivoluzionarie a favore del popolo venezuelano.

32. Solo attraverso una rivoluzione diretta dalla classe operaia che rimuova la borghesia dal potere, si potrà definitivamente rompere il malefico circolo del modello capitalista venezuelano e potremo superare la dipendenza e la rendita. La classe operaia e il popolo lavoratore della città e della campagna al potere, è l'unica garanzia per intraprendere un processo di sviluppo nazionale e di industrializzazione governato da una pianificazione centralizzata e scientifica dell'economia sotto la prominenza, la direzione e il controllo degli operai, dei contadini, dei comunardi e dei settori popolari.

33. Senza perdere di vista questo obiettivo strategico, i lavoratori e le lavoratrici devono oggi unire le forze con altri strati sfruttati della società, per combattere come classe contro l'aggressione imperialista e, al tempo stesso, contro la precarietà e l'impoverimento impostoci dal corso liberale borghese della politica economia e sociale del governo.

34. Noi del Partito Comunista del Venezuela, mentre celebriamo il 90° anniversario della nostra fondazione, reiteriamo il nostro impegno nello sforzo di unità rivoluzionaria e antimperialista, operaia, contadina, comunarda e popolare.

35. Riaffermiamo la nostra volontà e la nostra decisione di rafforzare sempre di più i legami di amicizia, fratellanza e solidarietà tra i nostri partiti comunisti e operai.

36. Cari compagni e compagne, accogliete il grande abbraccio da parte del Partito Comunista del Venezuela e la Gioventù Comunista del Venezuela per tutta la vostra militanza e dirigenza.

Dobbiamo continuare a lottare per i diritti del lavoratori della città e della campagna, per la patria grande, liberata e socialista-comunista!

Lottare fino alla vittoria con i lavoratori e le lavoratrici al potere!
Unità dei popoli contro l'imperialismo!
Solidarietà con il popolo venezuelano di fronte all'aggressione imperialista!
Viva l'internazionalismo proletario!
Proletari di tutto il mondo, unitevi!

Grazie.

Caracas, 5 marzo 2021.


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