www.resistenze.org - segnalazioni resistenti - lettere - 08-11-11 - n. 384

da posta@resistenze.org
 
"Men han har jo ikke noget på," sagde et lille barn. "Herregud, hør den uskyldiges røst," sagde faderen; og den ene hviskede til den anden, hvad barnet sagde.
 
("Ma l'imperatore non ha nulla addosso!", disse a un certo punto un bambino. "Santo cielo", disse il padre, "Questa è la voce dell'innocenza!". Così tutti si misero a sussurrare quello che aveva detto il bambino.)
 
Cari compagni,
 
Grazie aver pubblicato la lettera del compagno LB: concisa e puntuale, mette sul fuoco tutti gli argomenti su cui il partito al potere in Cina preferisce non esercitare quella critica marxistico-leninistica che invece ripete, peraltro nella stessa forma, su altri, quasi tutti di politica estera; in alcuni casi invece, non potendo non replicare a obiezioni esterne, risponde apologeticamente con argomenti che, non in URSS, ma applicati nell'Italia del centro-sinistra o nel Giappone postcapitalistico, già forse solleverebbero obiezioni, sempre da un punto di vista strettamente marxistico-leninistico, che il compagno LB ha espresso egregiamente.
 
Non si preoccupi il compagno LB, i suoi strumenti analitici sono genuini e le informazioni in suo possesso sono corrette. Il problema è unicamente e squisitamente ideologico, parte dalla ricezione del marxismo-leninismo in Cina e giunge, attraverso tutte le sue trasformazioni e adattamenti, all'attuale marxismo-leninismo-pensiero di Mao Zedong-teoria di Deng Xiaoping-pensiero importante delle tre rappresentatività (马克思列宁主义、毛泽东思想、邓小平理论和"三个代表"重要思想). Secondo tale punto di vista, gli strumenti del marxismo-leninismo vanno "adattati" alle caratteristiche cinesi: fine del discorso. Alla critica di LB, un ipotetico quadro del Paese di Mezzo che vi si trovasse di fronte, sorriderebbe e direbbe "tu non conosci la Cina", partendo poi col pistolotto ufficiale cui peraltro LB accennava in fondo alla sua lettera: paese in via di sviluppo, fase di transizione, economia socialista di mercato, ecc. Nella Repubblica popolare ci si riempiono scaffali interi di volumi, sempre diversi, che ripetono - una volta ricevuto l'imprimatur - sempre le stesse frasi.
 
Da tempo avrei avuto voglia di scrivere lettere come questa, in senso tuttavia opposto, per tutti gli articoli che, una volta letti, ispiravano una replica simile a quella del compagno LB. Non l'ho fatto. Ad articoli del genere, si può replicare in due modi: uno semplice e uno complesso.
 
Nel primo modo, si sottopone a critica l'ideologia e i fatti menzionati IN QUELLO SCRITTO e si scrive una lettera più o meno di queste dimensioni; il risultato è che non si finisce più, parte la controreplica apologetica di cui sopra, che peraltro è sempre feconda di nuovi sviluppi creativi "a matrioska": un'ideologia ben strutturata, se attaccata in un punto, è in grado di rispondere partendo da un grado superiore di organizzazione della conoscenza e arrivando, se necessario, all'archetipo tolemaico per dimostrare che, come il sole e tutti gli astri girano intorno alla terra, il sistema assolutistico imperiale è del tutto conforme a natura e andarvi contro è andare contro natura. Oppure, si può rispondere da un punto di vista ideologico che sottoponga a critica serrata TUTTE le argomentazioni del pensiero ufficiale di oggi, ne mostri il processo di formazione e sviluppo, le contraddizioni interne, i processi logico-formali antichi che sopravvivono anzi, vincono su un "altro" metodo dialettico, quello aristotelico-hegeliano-marxistico-leninistico, che proprio per questo in Cina non riuscì mai a prendere piede. Rispondere in questo modo significa lavorare sui segni, sul loro significato, sulle fonti confuciane, taoistiche, legistiche, buddhistiche, neoconfuciane e su tutto quanto ha contribuito un pensiero plurimillenario a evolversi fino allo stato attuale. Rispondere in questo modo significa inoltre analizzare compiutamente l'immensa opera di traduzione/tradimento del pensiero occidentale, pezzo per pezzo, momento per momento, nel Paese di Mezzo, a partire dagli antichi segni impiegati per rendere concetti nuovi, e contestualizzarlo in quell'immenso processo di modernizzazione in corso da quasi due secoli. A quel punto, il vestito nuovo dell'imperatore non apparirebbe poi così nuovo, il quadro cinese di prima di fronte alle obiezioni sollevate nel corso di questo processo di analisi comincerebbe a balbettare, perderebbe la sicumera con cui recitava prima il proprio mantra, completamente smontato pezzo per pezzo e, udite udite, cosa verrebbe fuori? La stessa conclusione del compagno LB, che può apparire scomoda ma che non solo è perfettamente legittima da un punto di vista strettamente marxistico-leninistico, e che risulta confermata anche da un'analisi più approfondita dell'ideologia ufficiale del Paese di Mezzo: il re è nudo.
 
Una risposta del genere ha però lo svantaggio di non potersi ridurre a slogan o a dati parziali quanto accomodanti presentati come "fatti", ma deve essere articolata.
 
Tuttavia, una riflessione si impone: gli eventi si susseguono a una velocità talmente accelerata sia a livello macroeconomico, che in quel piccolo che sfugge ai lanci delle agenzie di stampa.
 
Circa il primo esempio, sono di questi giorni le voci circolate (e frettolosamente rientrate) di un finanziamento cinese del debito: intervenire a sostegno del migliore cliente (l'Europa) o impiegare le risorse per cercare di eliminare le disuguaglianze interne? Non si tratta di "cattiveria", ma semplicemente di calcolo: chi fa disegnare, sviluppa, e ordina in quantità da quattro a sei zeri, tutto nel mio Paese? L'Europa. L'apparato produttivo interno è in grado di reggere il tracollo del primo cliente (ordini annullati, macchine ferme)? La risposta, che piaccia o meno, è no: e non mi si dica... peggio per loro, sono solo privati.
 
1. visto che le industrie private le ha create il governo stesso privatizzando da un lato e consentendo (e favorendo) l'apertura di imprese private di ogni dimensione, ora deve ballare anche per loro... o l'operaio del settore privato che fa mutande per noi è un lavoratore di serie B?
 
2. NON sono solo privati: ma pure le mutande di prima? ... ebbene, si. Ogni giorno il mio lavoro in una ditta di spedizioni mi fa vedere merci che arrivano dal Paese di Mezzo, per la stragrande maggioranza abbigliamento dati i clienti dei miei padroni e, tra i più grossi trader (quasi mai ditte dirette, c'è sempre un passaggio intermedio, un obolo da pagare a chi è autorizzato a esportare) che spediscono ordini da centinaia di migliaia di pezzi, via mare e via aerea, cosa troviamo? Rullo di tamburi... La China National Aero-Technology Import & Export Corporation (Abbreviate: CATIC, Chinese: 中航技进出口有限责任公司), statale al 100%: bellissimo il suo logo aziendale (vedasi wikipedia alla pagina corrispondente)... e, per noi, mutande spaziali! Per gli operai delle confezioni a cui smista gli ordini, un po' meno, se non potremo più comprarle e tornare a rattopparci quelle che abbiamo: noi niente mutande, loro niente pane.
 
Chi si è ficcato in questo pasticcio? Loro. Come venirne fuori? Se lo chiedono gli stessi dirigenti cinesi, con un gioco di parole tutto loro (perché Europa e Wenzhou finiscono tutte e due in -zhou): "Salvare l'Europa o salvare Wenzhou (jiu Ouzhou haishi jiu Wenzhou 救欧洲还是救温州, una delle città costiere, da cui peraltro provengono la stragrande maggioranza dei cinesi residenti in Italia, e che ora è in profondissima crisi)"? Quesito ancora una volta (ma a pensar male si fa peccato...) malposto; proviamo a capirne il perché e a tradurlo in una situazione ipotetica: Salviamo, per esempio, un' America che è il nostro maggior cliente di beni di lusso o Prada che sta fallendo? E' ovvio che se non salvi il cliente, muore anche il produttore... quindi la domanda è retorica. Proviamo invece a porla in questi termini: Salviamo l'Europa o salviamo le regioni interne (quelle che non fanno mutande per noi, per intenderci, o hanno appena iniziato a farle) e, insieme a quelle, anche quelle costiere, magari riconvertite a un modo di produzione più "socialistico" e meno soggetto alle turbolenze di un modo di produzione che, da statuto, dovrebbero lasciare in secondo piano?
 
Un'ultima notazione, a livello microeconomico:
 
Navigando nel sito dell'Ansa per seguire in tempo reale le tristi vicende del nostro belpaese, ho trovato questo lancio di agenzia, che probabilmente, ma spero di no, sarà raccolto solo da me e qualche altro che per sbaglio vi capiterà sopra.
 
Cina: espropri, contadini si danno fuoco. Tre fratelli hanno cercato cosi' di difendere le loro terre
 
(ANSA) - SHANGHAI, 8 NOV - Tre contadini cinesi si sono dati fuoco per protestare contro l'esproprio forzato e senza risarcimento delle loro terre nella provincia settentrionale dell'Hebei. Molti concittadini dei tre, che sono fratelli, hanno cercato a mani nude di bloccare le ruspe ma sono rimasti feriti durante gli scontri con i funzionari mandati dal governo. Allora i tre fratelli, disperati, si sono dati fuoco. Trasportati in ospedale, uno dei tre sarebbe in condizioni critiche per le gravissime ustioni. (ANSA)
 
"Esproprio forzato e senza risarcimento": peggio della Val di Susa! Li però siamo in prima fila! Italiani in italia, cinesi in Cina... due pesi, due misure? Compagni, una riflessione si impone:
 
- per coerenza, almeno, con gli stessi valori di democrazia e le stesse istanze espresse dai No-TAV della Val di Susa, che per primi, e spesso nella più totale solitudine, hanno mostrato qui a 58 milioni di italiani come il re fosse realmente nudo; 
- perché non basta dire Stato (e quale Stato... ) per avere socialismo (almeno, una volta si era d'accordo persino su questo quando si sparava - spesso a sproposito, contro l'URSS), 
- perché - almeno questi contadini - non possono essere bollati come "traditori" tibetani o "jihadisti" dello Xinjiang, 
- perché sono sempre gli stessi che, in altre parti di quel Paese grande più dell'Europa ma con un unico fuso orario, l'ora di Pechino, pagano con la propria pelle un processo di modernizzazione su cui si è troppo taciuto, come i minatori che un mese si e l'altro pure, il grisù si porta ancora via con sé nelle miniere di carbone (2011! seconda o prima potenza industriale al mondo! altro che Germinal!).
 
Per questo, ci tengo a dare il mio personale sostegno al compagno LB, di fronte alle lettere di critica che sicuramente vi perverranno.
 
Saluti comunisti,
 
P. S.
 

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