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100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre e le lezioni per i comunisti di oggi (Parte seconda)

RCWP-CPSU | rkrp.ru
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

04/07/2017

Relazione del Comitato centrale del Partito Comunista Operaio Russo (PCOR-CPSU)

[Parte prima]

Parte seconda

IV. Le correnti comuniste odierne e la letteratura. Correnti ideologiche antiscientifiche e pseudo-comuniste del nostro tempo

Nel Manifesto del partito comunista l'intero capitolo III, Letteratura socialista e comunista, è dedicato all'analisi di varie forme di correnti ideologiche borghesi che hanno tentato di nascondersi dietro il nome di socialismo. Vengono descritti il socialismo reazionario (feudale), quello borghese piccolo borghese, quello borghese conservatore, il socialismo utopistico e religioso. Tutte le caratteristiche di queste correnti descritte dai classici sono ancora attuali: in un modo o nell'altro tutte le moderne teorie, le correnti e le manipolazioni del comunismo scientifico possono essere ridotte a esse. Tutte furono gradualmente ridotte al socialismo borghese con lo sviluppo del capitalismo. Nel Manifesto viene mostrata una varietà meno sistematica in quel momento, ma più pratica che in varie forme è stata seguita dalla schiacciante maggioranza degli opportunisti e dei deviazionisti di destra: «Una seconda forma di socialismo meno sistematica e più pratica cercava di far passare alla classe operaia la voglia di qualsiasi movimento rivoluzionario, argomentando che le potrebbe essere utile non l'uno o l'altro cambiamento politico, ma soltanto un cambiamento delle condizioni materiali della esistenza, cioè dei rapporti economici. Ma questo socialismo non intende affatto, con il termine di cambiamento delle condizioni materiali dell'esistenza, l'abolizione dei rapporti borghesi di produzione, possibile solo in via rivoluzionaria, ma miglioramenti amministrativi svolgentisi sul terreno di quei rapporti di produzione, che dunque non cambiano nulla al rapporto fra capitale e lavoro salariato, ma che, nel migliore dei casi, diminuiscono le spese che la borghesia deve sostenere per il suo dominio e semplificano il suo bilancio statale.

Il socialismo borghese giunge alla sua espressione adeguata solo quando diventa semplice figura retorica.

Libero commercio! nell'interesse della classe operaia; dazi protettivi! nell'interesse della classe operaia; carcere cellulare! nell'interesse della classe operaia. Questa è l'ultima parola, l'unica detta seriamente, del socialismo borghese.

Il loro socialismo consiste appunto nell'affermazione che i borghesi sono borghesi -nell'interesse della classe operaia».[1]

Le moderne varietà del socialismo borghese si adattano perfettamente a questa descrizione.

4.1. L'eurocomunismo non è comunismo

L'eurocomunismo è una deviazione di destra nel movimento comunista, nella politica e nella teoria di una serie tra i maggiori partiti comunisti in Europa occidentale nella seconda metà del XX secolo.

Da opportunisti rifiutarono il concetto della dittatura del proletariato, mentre nella pratica erano diretti a migliorare il capitalismo, rifiutando così il loro obiettivo principale: la rivoluzione socialista. Gradualmente, poggiando su questa ideologia, si è stabilito il Partito della Sinistra Europea. Un numero di partiti che tuttavia continuano a chiamarsi comunisti si sono incorporati in esso, inclusi ex partiti delle ex repubbliche sovietiche (Partito dei Comunisti di Moldavia). Tutti questi partiti aderiscono all'antistalinismo. Questi partiti appoggiano l'idea che i regimi di Stalin e il fascismo siano regimi totalitari.

La loro tendenza è in definitiva anti-sovietica. Molti di questi partiti hanno rifiutato i simboli proletari della Falce e Martello in quanto fuori moda. Altri conservano solo la tradizione storica e l'opzione comunista (nello stile di Gorbaciov) come unici punti della teoria rivoluzionaria che hanno abbandonato. Sono più preoccupati della tutela dei diritti delle minoranze sessuali anziché di organizzare la lotta della classe operaia. Oggi, questi partiti si conformano bene alla legislazione dell'UE, in particolare sono soggetti politici registrati secondo la legislazione dell'UE e finanziati dal bilancio dell'UE. È evidente il carattere reazionario di questa corrente, nei fatti anticomunista.

4.2. Il socialismo di mercato traccia un percorso inverso: dal socialismo verso il capitalismo. Il sogno di Gorbaciov: andare verso il capitalismo sotto la bandiera rossa. La via del Partito Comunista Cinese e del Partito Comunista della Federazione Russa

L'adesione alla teoria del socialismo di mercato nell'economia e il riconoscimento dei parlamenti come una forma del potere popolare in politica, sono due caratteristiche tipiche dell'opportunismo odierno, del revisionismo e dell'arretramento del movimento comunista e, come conseguenza, la rimozione delle masse dalla lotta politica reale e la limitazione dei lavoratori al ruolo di elettorato, che vota i leader del partito. La strategia per la vittoria di questi partiti opportunistici si limita alle promesse di successo elettorale e riduce l'intera lotta sociale e politica alla campagna per "elezioni corrette". Tale attività centrata unicamente nelle attività parlamentari sono ben remunerate dai governi. Tutte le altre forme non parlamentari della lotta di classe contro il sistema politico borghese non sono riconosciute da questi partiti, o riconosciute solo a parole mentre in pratica le ostacolano.

In Russia, la linea di Gorbaciov è seguita dal PCFR sotto la direzione di Gennady Zyuganov. Le principali caratteristiche della sua politica sono le seguenti:

- proclama che i limiti delle rivoluzioni sono esauriti: il paese non può permettersi altre rivoluzioni;
- la sua rinuncia alla dittatura proletaria e a ogni organizzazione pratica della lotta di classe;
- la sua ammissione e proclamazione del parlamentarismo come potere popolare;
- la sua adesione al modello del socialismo di mercato;
- il suo appoggio alla Chiesa Ortodossa Russa, affermando il suo presunto ruolo positivo nello sviluppo della moralità (spiritualità) della società e così via.

Per essere ancora più chiari, ricordiamo che, sin dalla formazione del nuovo parlamento borghese russo (la Duma di Stato, nel 1993), il PCFR ha avuto fra i suoi parlamentari diverse decine di traditori che hanno lasciato la loro corrente di Partito per affiancarsi al regime borghese e tra essi due ex presidenti del parlamento (Rybkin e Seleznev). Pertanto, nella loro fazione parlamentare tra le centinaia di loro deputati non c'è mai stato alcun vero rappresentante del movimento operaio.

In diverse occasioni, il PCFR ha salvato il regime borghese di Yeltsin. La prima volta fu nel 1993, quando all'apice della crisi causata dal conflitto tra Yeltsin e il Soviet Supremo della Federazione Russa, Zyuganov, in una emittente televisiva, chiamò la gente ad astenersi dal partecipare alla lotta. Il giorno seguente la Casa dei Soviet, sede del Soviet Supremo, fu bombardata dai carri armati di Yeltsin. Subito dopo il PCFR partecipò alle elezioni "sanguinose", rompendo il fronte comune di boicottaggio, aiutando così Yeltsin a ottenere l'approvazione del referendum per la sua Costituzione borghese, assumendo il ruolo di opposizione col nome di comunista nella prima Duma Statale (Parlamento russo).

La seconda volta fu durante le elezioni presidenziali del 1996, quando Zyuganov come candidato alla presidenza arrivò al secondo turno e poi rinunciò alla sua attività ma, come è ben noto, ottenne la maggioranza dei voti, rifiutandosi tuttavia di lottare e, pur conoscendo la frode elettorale, fu tra i primi a congratularsi con Yeltsin per la sua vittoria. La terza volta dopo la crisi del 1998 dopo le dimissioni del primo ministro Kirienko, il PCFR, e Zyuganov personalmente, sostennero il governo di Primakov-Maslyukov, che svalutò il rublo russo di circa 4 volte, pagando ai lavoratori russi miliardi e miliardi di salari e stipendi in rubli svalutati, spegnendo l'ondata di manifestazioni popolari contro le autorità. Questo "governo popolare" esistette per soli 5 mesi e dopo che la situazione era divenuta abbastanza tranquilla, si dimise.

Ma i "compagni" del PCFR amano così tanto il ruolo di salvatori del capitalismo, che hanno incluso lo slogan del Governo di Fiducia Popolare nel loro programma di Partito. Sinceramente, oggi il PCFR esercita la funzione di ammortizzatore del regime capitalista, deviando l'energia di protesta delle masse popolari verso il percorso delle illusioni parlamentari e l'infinita e inutile campagna per "elezioni oneste". Come risultato di un successo elettorale promettono semplicemente di istituire un governo di fiducia popolare. Così possiamo vedere un modo originale di sopravvivere della leadership della "nomenklatura" di questo partito (élite di decisori e amministratori), che da molto tempo non hanno più niente a che fare con il comunismo, godendo di un buon sostegno finanziario dal bilancio statale (negli ultimi dieci anni il sostegno finanziario ai partiti parlamentari dal bilancio statale è aumentato di 304 volte). Si può dire che aperti rinnegati e veri opportunisti sono impiegati nelle autorità borghesi con la funzione di "protettori del popolo".

Nel mondo un ruolo speciale nella promozione del socialismo di mercato appartiene al Partito Comunista Cinese, il quale formalmente non ha abbandonato la dittatura proletaria, ha una valutazione molto negativa dell'esperienza della Perestroika di Gorbaciov, espelle dalla sua leadership i suoi gorbaciovisti cinesi, ma sta ora perseguendo la cosiddetta Nuova Politica Economica (NEP). Il PCC, costantemente e oltre ogni misura, istaura elementi capitalistici non solo nell'economia del paese, ma anche nel suo sistema politico. Il comunismo per la Cina si trasforma sempre più in un prodotto di consumo interno per la gestione e il controllo delle masse lavoratrici.

Nonostante tutto il successo dell'economia cinese e il fondamento teorico di questa linea nei riferimenti alla NEP di Lenin, dobbiamo notare una differenza sostanziale, che i Bolscevichi ammisero gli elementi capitalistici nell'economia chiamandola "una ritirata" e di essere ben consapevoli del suo grave pericolo. Entriamo in una schermaglia mortalmente pericolosa nel campo dell'ideologia, sosteneva Lenin. Con tutto che i Bolscevichi adottavano la NEP, contemporaneamente prendevano le misure necessarie per rafforzare il settore statale, le fondamenta centralizzate nella gestione e nell'economia pianificata. I compagni cinesi, a nostro avviso, si muovono nella direzione opposta. Sebbene essi chiamino questo movimento "un'offensiva" allo stesso tempo introducono cambiamenti nella costituzione del loro partito e nelle leggi del loro paese, riconoscendo gli uomini d'affari come una nuova base sociale, almeno allo stesso livello dei lavoratori. Vediamo in realtà l'attuazione del sogno di Gorbaciov: un movimento verso il capitalismo sotto la bandiera rossa. I risultati economici della Cina, certamente, sono impressionati e meritevoli di rispetto, ma non significano necessariamente un successo nella costruzione del socialismo. Tale successo, come ha affermato Lenin, può anche essere realizzato dal capitalismo. Oggi la Repubblica Popolare Cinese è il secondo paese al mondo per numero di miliardari e la Russia è il terzo. Entrambi i paesi sono sicuramente piuttosto lontani dalla costruzione della società senza classi, il comunismo. I compagni cinesi spesso si rifanno all'esempio della saggezza di Deng Xiaoping e del suo detto che: «Non importa di quale colore sia il gatto, l'importante è che catturi i topi». Oggi è il momento di rispondere ai compagni cinesi nel loro spirito: «I topi non notano di quale colore sia il gatto che li mangerà». I lavoratori cinesi soffrono non solo del più alto livello di sfruttamento, che è dimostrato da un'elevata densità della loro presenza nei lavori più difficili (in nero) in Russia, ma anche della più dura oppressione di elementi puramente capitalistici e della quasi completa impossibilità della lotta operaia contro il capitalismo. E i piani di costruzione della fondazione del socialismo, prolungati dal PCC per cento anni, pongono la domanda sui vantaggi di un simile socialismo rispetto al capitalismo ordinario.

Con tutto ciò il capitalismo cinese svolge un ruolo molto attivo nel mondo: da una parte, essendo un partner commerciale dell'imperialismo americano, dall'altro integrandosi attivamente nelle economie di molti altri paesi e partecipando all'intensificazione dello sfruttamento dei loro lavoratori. Ad esempio, le compagnie cinesi partecipano alla privatizzazione dei porti marittimi in Grecia, che è attualmente combattuta dal Partito Comunista di Grecia (KKE) e dai lavoratori greci. Le aziende cinesi sono particolarmente famose per il loro sfruttamento dei lavoratori nel campo petrolifero e dei minatori in Kazakhstan. La strage dei lavoratori di Zhanaozen nel 2011 è nota ai proletari di tutto il mondo. Si deve anche notare che, a differenza dell'Unione Sovietica e del PCUS, il PCC non fornisce alcun supporto pratico al movimento comunista e rivoluzionario mondiale. E per quanto riguarda i forum dei partiti simpatizzanti dell'idea socialista, sembrano esser più assemblee di studiosi: pappagalli della socialdemocrazia che distorcono le idee del socialismo scientifico. Dobbiamo dirlo, anche se fa male, che prevediamo una triste ripetizione del destino del PCUS per i compagni cinesi.

Quindi possiamo notare che l'opportunismo non guida semplicemente il movimento comunista nella direzione sbagliata; in alleanza con le autorità borghesi, si oppone al marxismo ortodosso, cioè a quello rivoluzionario. Questo fatto fu notato da Vladimir I. Lenin, quando affermò che la borghesia sostiene sempre il partito opportunista, che nel nome e a parole è più vicino, è più simile a un vero e proprio partito rivoluzionario. La deviazione di destra, il revisionismo e l'apostasia non si sono fermati con il gorbaciovismo: la distruzione del PCUS e dell'URSS nel 1991, è ancora in azione.

4.3. Il Socialismo del XXI secolo: una sorta di capitalismo migliorato in America Latina e in altri paesi

Procedendo con la nostra rassegna, facciamo notare che oggi è di moda parlare di un certo socialismo del XXI secolo. Ma che altro tipo di socialismo possiamo avere nel XXI secolo? Evidentemente non può esser il socialismo dei secoli XIX o XX. E' ovvio che in questo secolo si può avere solo il socialismo del XXI. Ovviamente, ci sono buone intenzioni e misure progressiste dietro questo tema. Tuttavia, dobbiamo menzionare come le questioni delle leggi fondamentali, le caratteristiche essenziali e indispensabili del socialismo, perdono la loro importanza primordiale e si osserva una rottura con la teoria del comunismo scientifico come scienza. Si può anche classificare come opportunismo, anche se oggi porta a qualche successo temporaneo. Questo successo non è duraturo, non è ancorato nel sistema politico. In caso ci siano lievi cambiamenti nella congiuntura politica esterna o nella situazione interna, le forze reazionarie recuperano rapidamente le posizioni perse. L'eroico esempio del Venezuela, a partire dalla morte di Hugo Chávez ai nostri giorni, mostra la natura reversibile di tale "socialismo".

La vita reale ci ha dato prova che i fondatori del marxismo avevano ragione nel sostenere che il comunismo è scienza e che deve esser trattato in tal modo. I comunisti possono esprimere la loro teoria in una frase: "abolizione della proprietà privata". Tuttavia, è possibile realizzare questo concetto solo sempre e quando si aderisce alla teoria del comunismo scientifico.

I partiti che aderiscono al marxismo rigoroso si unirono alla (terza) Internazionale Comunista nel XX secolo. Nella lista delle 21 condizioni di ammissione al Comintern, si descrissero in particolare gli obiettivi dei partiti comunisti, ossia, le sue responsabilità, tra le quali si evidenziò il compito di lottare per il carattere rivoluzionario del partito, di lottare contro l'opportunismo. E oggi non ci sono pochi partiti nel mondo, che stanno sulle posizioni del marxismo rivoluzionario. Il pensiero teorico non sta morendo e il lavoro di ricerca degli studiosi, che persistono sulle posizioni marxiste e leniniste, sta andando avanti. È giunto il momento di tornare alle nostre origini. Non c'è altro modo.

Lunga vita al marxismo e al leninismo, all'insegnamento della lotta rivoluzionaria dei proletari di tutti i paesi.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

V. La nostra prospettiva è la lotta per la rinascita del potere Sovietico e del socialismo.

Dovremmo inseguire il socialismo, quando il capitalismo può offrire un livello di benessere abbastanza elevato alle persone? Gli apologeti del capitalismo rispondono a questa domanda con il loro appello ad astenersi dalle rivoluzioni e di seguire la strada dell'evoluzione. Professano che occorre cercare la giustizia e la sicurezza sociale nel quadro dell'ordine sociale esistente, evitando le agitazioni sociali, le perturbazioni e i cataclismi che sono fonte di guerre civili. Qui in Russia ci spaventano per le nuove Maidan e con il pericolo della disintegrazione della Russia. In poche parole, si appellano all'unità nazionale e alla lotta per una patria prospera: in Russia, in Ucraina, in Grecia o in qualsiasi altro paese, con la propria borghesia alla testa.

È realmente così? La lotta della causa operaia si limita alla lotta per una vita migliore? Che cosa ci dice l'esperienza del nostro Socialismo, forse non così compiuto, ma reale? Cosa c'era, perché era meglio del capitalismo civilizzato e prospero?

Noi, i comunisti sovietici, che abbiamo vissuto e combattuto nell'epoca dei Soviet, rispondendo alla domanda: «Cos'era meglio sotto il socialismo?», ricordiamo anzitutto non la protezione delle persone dal mercato, non l'assenza di disoccupazione e non la scuola e l'istruzione superiore gratuita, non la sanità gratuita e neanche le nostre abitazioni gratuite. Diciamo che la cosa più importante erano le relazioni tra la gente. Eravamo molto più onesti, più puri, più giusti. Eravamo più umani. Usavamo dire: la nostra fabbrica, la nostra casa, il nostro campo dei pionieri, il nostro paese, il nostro popolo.

Il Popolo Sovietico era una comunità realmente unita e non una favola propagandistica. Noi non ci prostravamo ai padroni e ci chiamavamo l'un l'altro compagni. Non per nulla la controrivoluzione nel periodo di Gorbaciov, mentre discutevano nel loro circolo interno i loro veri obiettivi di restaurazione capitalista, in pubblico, all'esterno, per molto tempo usarono slogan socialisti: "stiamo costruendo un socialismo dal volto umano", "restaurare le norme leniniste nella vita interna del partito", "cerchiamo di trasferire il potere dal partito ai soviet" e cose simili. Durante le elezioni dei deputati del popolo dell'URSS nel 1989, Boris Yeltsin rispose alla domanda «chi è il suo ideale di essere umano e di politico», dichiarò immediatamente e senza dubbio: «LENIN!». Ipocritamente si riferivano alla metodologia di Lenin della NEP (invece che alla sua politica) quando si dirigevano verso il mercato e creavano fortezze per il capitalismo futuro. Sappiamo che la politica economica in uno Stato non significa solo PIL, livello di consumo, percentuale di crescita, ecc. Prima di tutto, sono le relazioni che si costruiscono tra le persone nella società. Sappiamo che vale la pena lottare per tali relazioni.

Organizziamoci e chiamiamo alla lotta per il Comunismo coloro che non desiderano essere padroni, ma non vogliono esser servi!

Tutti noi conosciamo il detto di Lenin: «Dateci un'organizzazione di rivoluzionari e capovolgeremo la Russia!».[2] Ricordiamo che queste parole furono scritte nel suo lavoro Che fare? nel 1902, cioè in una situazione che non era affatto migliore di quella di oggi. Queste parole furono scritte con il dolore e le sofferenze che molti rivoluzionari sentivano per la loro impotenza e gravi prospettive per il futuro: «Ho lavorato in un circolo che si proponeva compiti molto vasti, universali e, come tutti i miei compagni, membri di quel circolo, soffrivo, fino a provarne un vero dolore, nel sentire che eravamo solo degli artigiani grossolani in un momento storico in cui, parafrasando la celebre frase, sarebbe stato giusto dire: dateci un'organizzazione di rivoluzionari e capovolgeremo la Russia!» Lenin finì il suo lavoro con le seguenti parole: «Ma crediamo fermamente che il quarto periodo ci porterà al consolidamento del marxismo militante, che la socialdemocrazia russa uscirà dalla crisi rafforzata e virilizzata, che la retroguardia degli opportunisti "avrà il cambio" da una vera avanguardia della classe più rivoluzionaria.

Auspicando tale "cambio" e riassumendo in una parola quanto abbiamo scritto, alla domanda: che fare? possiamo rispondere brevemente: Mettere fine al terzo periodo!».[3]

Il movimento comunista odierno deve porre fine alla confusione e all'ondeggiamento nei nostri ranghi e tornare sulla strada del marxismo militante.

5.1. Strumenti moderni della borghesia nella sua lotta contro il movimento comunista

Possiamo osservare che, in molti paesi del mondo, gli imperialisti proibiscono le attività dei partiti comunisti, proibiscono i simboli dei comunisti, non gli permettono di partecipare alle elezioni (sia in Ucraina come nelle autoproclamate repubbliche borghesi del Donbass) ecc. Ovunque si realizza una propaganda anticomunista sfrenata. Tuttavia, il principale metodo di sopprimere il movimento comunista è quello di forviarlo, annacquarlo. Il PCOR afferma che, oggi, l'opportunismo e il revisionismo sono passati dall'essere deviazioni naturali del movimento comunista ad essere un'arma brandita direttamente dalla borghesia. L'esempio più noto di tale degenerazione è la menzionata corrente dell'Eurocomunismo, che si manifestò nel Partito della Sinistra Europea. E' ovvio che tali partiti non rappresentano nessuna minaccia per la borghesia e sono appoggiati da essa.

In Russia questo ruolo è svolto dalla presunta opposizione, il PCFR, che non aspira alla rivoluzione; dai socialisti, e recentemente si è aggiunto ancora un altro partito creato artificialmente, chiamato Comunisti di Russia. Quest'ultimo è coinvolto apertamente nell'apologia della leadership borghese ed è anche orgoglioso di essere chiamato "un progetto del Cremlino". Questo partito è stato creato per ostacolare il vero movimento comunista nelle campagne elettorali, nonché per indebolire il PCFR stesso e per la graduale eliminazione dello stesso nome dei comunisti dall'arena politica pubblica.

Tutti questi partiti ricercano un capitalismo buono, civile e persino popolare, molto similmente al PCFR, promettendo un Governo di Fiducia Popolare sotto il sistema borghese. Le recenti elezioni in Kazakistan (20 marzo 2016) sono un altro esempio di come il regime borghese incoraggia i "comunisti obbedienti". Proibendo il Partito Comunista del Kazakistan, gli esperti politici del presidente Nzarbayev lanciarono e condussero in parlamento il cosiddetto Partito Comunista del Popolo del Kazakistan (il CPPK). Il programma elettorale del CPPK è pieno di distorsioni del marxismo e sono un semplice elogio delle idee di Elbasy: le idee di un rinnegato dell'ex direzione del PCUS, il leader della controrivoluzione borghese in Kazakistan e suo permanente presidente.  Ecco alcuni estratti brevi: «Il CPPK è un partner affidabile dello Stato...», «i comunisti sostengono attivamente le scelte politiche del Paese...», «il Partito sostiene le priorità strategiche dell'attuale politica sociale dello stato», «uno dei compiti principali della nostra attività politica di partito considera un totale sostegno nell'attuazione delle iniziative statali...».

In Russia la borghesia è più sottile, ma l'essenza è la stessa: questi signori, come abbiamo già detto, sono impiegati come tutori del popolo, ottenendo per questo un lauto premio dalle autorità borghesi. Una generale caratteristica comune di tali falsi partiti operai è la loro retorica politica nel parlare in nome dei lavoratori, o nel loro presunto interesse, ma isolando i lavoratori stessi dalla partecipazione alla lotta, soprattutto da quella per il potere o nel porre la questione della conquista del potere politico, che sarebbe un affare delle élite professionali, secondo questi signori opportunisti e rinnegati.

5.2. Le idee di Lenin sui metodi della lotta borghese contro la rivoluzione a venire

Quelli che hanno studiato Lenin più o meno a fondo e attentamente, sanno che Lenin specificatamente avvertì sui metodi di lotta della borghesia contro le forze rivoluzionarie. In primo luogo, dobbiamo menzionare che la borghesia utilizza le debolezze e le malattie oggettivamente presenti all'interno del movimento operaio, principalmente l'opportunismo. Lenin notava: «L'opportunista non tradisce il suo partito, non gli volta le spalle, non si allontana da esso. Egli continua a servirlo con sincero zelo. Ma le sue tipiche caratteristiche sono la facilità con cui cede agli stati d'animo del momento, l'incapacità di opporsi a ciò che va per la maggiore, la miopia politica e la mancanza di carattere. L'opportunismo consiste nel sacrificare gli interessi duraturi e fondamentali del partiti ai suoi interessi momentanei, transitori, secondari.»[4] Questa influenza borghese è più efficace, quando gli opportunisti non agiscono in maniera isolata, ma organizzata, talvolta anche in partiti, così Lenin ha notato, che la borghesia sostiene sempre il partito politico, che nel nome e nel linguaggio è più simile a un vero partito rivoluzionario. Pertanto, la borghesia non permette che gli opportunisti si spostino completamente a destra, compreso il cambiamento del loro nome, perché in questo caso, al loro posto potrebbe apparire una vera e propria organizzazione pericolosa per la borghesia. Oggi questo metodo è stato sviluppato alla perfezione.

La lotta della borghesia contro il comunismo si è sempre basata sull'istituzione dei provocatori. V.I. Lenin nel suo Estremismo, Malattia infantile del comunismo ha scritto: «In molti paesi, non esclusi quelli più progrediti, la borghesia fa e farà penetrare indubbiamente molti provocatori nelle file dei partiti comunisti».[5]

Si deve comprendere che gli agenti provocatori di oggi sono più esperti di cento anni fa e sono più abili e perfetti che sotto lo zarismo e Zubatov. Ciò è ben dimostrato dagli esempi dei Comunisti di Russia e del Partito Comunista della Giustizia Sociale. Tuttavia, l'attacco principale avviene certamente attraverso il lavaggio del cervello, attraverso la distorsione delle idee. Nel suo lavoro fondamentale Stato e Rivoluzione Lenin inizia il suo primo capitolo con la spiegazione di questo pericolo: «Accade oggi alla dottrina di Marx quel che è spesso accaduto nella storia alle dottrine dei pensatori rivoluzionari e dei capi delle classi oppresse in lotta per la loro liberazione. Le classi dominanti hanno sempre ricompensato i grandi rivoluzionari, durante la loro vita, con implacabili persecuzioni; la loro dottrina è stata sempre accolta con il più selvaggio furore, con l'odio più accanito e con le più impudenti campagne di menzogne e di diffamazioni. Ma, dopo morti, si cerca di trasformarli in icone inoffensive, di canonizzarli, per così dire, di cingere di una certa aureola di gloria il loro nome, a "consolazione" e a mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria, se ne smussa la punta, la si svilisce. La borghesia e gli opportunisti in seno al movimento operaio si accordano oggi per sottoporre il marxismo a un tale "trattamento". Si dimentica, si respinge, si snatura il lato rivoluzionario della dottrina, la sua anima rivoluzionaria. Si mette in primo piano e si esalta ciò che è o pare accettabile alla borghesia».[6]

5.3. Metodi odierni di attacco borghese ai comunisti in Russia

Come già detto, in Russia oggi (e in tutto il mondo), lo strumento di annacquare l'insegnamento rivoluzionario è applicato direttamente e apertamente. Fin dal 1999 Vladimir Putin, non ancora presidente, ha elaborato la sua posizione su questa questione nell'intervista citata nel suo libro First Person: An Astonishingly Frank Self-Portrait by Russia's: «C'è sempre stata una cooperazione con i comunisti nella nostra Duma. Non una sola legge passa senza il sostegno dei comunisti. Mi sembra che ci sia più di un modo per affrontare i comunisti. Hanno tutte le opportunità di diventare un partito parlamentare moderno nel senso europeo della parola. [...] i comunisti sono l'unico grande partito, con una forte base sociale, anche se infestata da "schifezze" ideologiche.

- Definisca per noi "schifezze" -
Per esempio, la loro richiesta di confisca e nazionalizzazione della proprietà (più la lotta di classe, il corso verso la rivoluzione socialista, la dittatura del proletariato ... - Nota dell'autore)

- Non succederà? -
Certamente non succederà mai. Non avremo un'altra tragedia. […] I comunisti possono cambiare i loro obiettivi programmatici e diventare un partito di sinistra di tipo europeo, oppure possono prendere l'altro percorso e perdere la loro base sociale attraverso un naturale logoramento. Se sceglieranno quest'ultima, usciranno gradualmente dalla scena politica.

- Fanno fatica a pensarla così -
Per quanto sorprendente possa sembrare, i loro leader lo capiscono. E sono pronti a cambiare i loro modi. Ma adesso non possono farlo – hanno paura che la loro base elettorale si sentirà tradita. E su questo punto, è abbastanza importante non perdere il momento, quando e in che misura possono cambiare internamente.»

Si deve riconoscere che i comunisti parlamentari hanno completamente accettato questa posizione presidenziale e la realizzano realmente e abilmente nello stile europeo, diventando di fatto una tipologia di partito borghese. Ancora una volta abbiamo l'opportunità di vedere la correttezza di Lenin quando avvertiva che i veri comunisti si scontrano simultaneamente con tutti i partiti borghesi.

Conclusione

Verso un partito di tipo Nuovo - lungo il sentiero leninista

C'è un tale partito in Russia? Un partito di tipo nuovo, un partito leninista? L'affermazione "c'è un tale partito" è stata lanciata da V.I. Lenin nel primo congresso dei Soviet di tutta la Russia nel giugno 1917. (C'erano più di mille deputati, di cui 822 avevano il diritto di voto. La delegazione Bolscevica aveva solo 105 posti, rispetto ai rivoluzionari socialisti (285 posti), ai menscevichi (248 posti). Così Lenin rispose alla dichiarazione di un menscevico, il presidente del Soviet di Pietrogrado I.G. Ceretelli, che affermava di non poter nominare alcun partito che potesse rischiare di prendere il potere e assumere la responsabilità di tutto ciò che stava accadendo in Russia. I Bolscevichi, come è noto, presero il potere e le loro successive attività dimostrarono che il Partito della Classe Operaia era nelle condizioni di gestire lo stato operaio. I successi dell'URSS sono ben noti.

La borghesia in tutti i paesi del mondo dall'origine del movimento comunista ha combattuto contro i partiti che la seppelliranno nel modo più malvagio. Cercarono di soffocare la giovane Russia Sovietica con il loro intervento - fallito. Poi fu costruito il Patto anti-Comintern del 1936 guidato dalla Germania di Hitler. Il fascismo fu sconfitto dalle forze della coalizione anti-hitleriana guidata dall'Unione Sovietica, che fece sì che i principali paesi imperialisti partecipassero alla lotta con il fascismo. I combattenti dell'Armata Rossa dei Lavoratori e dei Contadini innalzarono la bandiera rossa con falce e martello sopra la tana fascista. Crebbe l'autorità dei comunisti, ma ancor più l'odio borghese verso i comunisti.

Quindi, come si può spiegare che oggi ci siano diversi partiti nel mondo e in Russia, che si chiamano comunisti, e ancora rilasciano la tessera numero uno del partito a Vladimir I. Lenin? A nostro avviso, il movimento comunista mondiale deve necessariamente ritornare all'idea di Lenin di un Partito di Tipo Nuovo e ai principali criteri di costruzione di un partito capace di condurre il popolo al socialismo.

La prima cosa da fare è il riconoscimento teorico e un lavoro pratico diretto allo stabilimento rivoluzionario della dittatura del proletariato. La seconda è l'applicazione del primo punto innanzitutto attraverso l'organizzazione del partito come avanguardia della classe operaia, che organizza la propria classe e la conduce verso lo stabilimento del suo potere.

Tale partito utilizza tutte le forme e metodi di lotta conosciuti, sia della teoria come della pratica del movimento operaio, incluse le forme parlamentari. Tuttavia, il partito comunista utilizza le forme parlamentari per lo sviluppo della più estenuante lotta di classe, mentre promuove questa lotta dei lavoratori più avanzati ed evita di cedere la responsabilità del benessere dei lavoratori ai politici di professione, indipendentemente che appartengono alla direzione del partito.

Ricordando la famosa espressione di V.I. Lenin «il risveglio dell'uomo nella "bestia da soma" – risveglio che ha un'importanza storica così gigantesca che per esso sono legittimi tutti i sacrifici –»,[7] si può dire che il partito di tipo leninista continua a combattere per tale risveglio, mentre altri partiti proseguono nella strada di aumentare solamente le razioni di avena alla "bestia da soma".

Adesso, in Russia c'è un partito della classe operaia, che esprime gli interessi di tutti i lavoratori, ci sono veri comunisti? Per quanto riguarda la nostra comprensione di questo compito e la scelta del movimento diretto a questo compito, esiste un tale Partito. Avendo capito il suo compito scegliendo questa direzione, il Partito Comunista Operaio Russo cerca di diventare un partito, necessario per i lavoratori, fedele ai suoi interessi, lavorando in stretto contatto con il blocco politico delle forze che stanno sulle posizioni di classe – il Fronte Unito dei Lavoratori Russi (Rot Front). Il nostro programma si basa sullo sviluppo della lotta dei lavoratori stessi. Solo con tale lotta, e non mendicando, si può ottenere qualcosa. E con lo sviluppo corrispondente alla portata e l'organizzazione della lotta, si può porre la questione del potere dei lavoratori, del potere sovietico.

Un meraviglioso poeta sovietico Evgenij Dolmatovskij nella sua poesia Mani di Guevara ha espresso la seguente idea:

«Ci ​​sono sconfitte, nelle quali in fondo
è depositata la polvere della futura vittoria.
Deve esplodere nel fuoco del domani!».

Oggi sentiamo la pressione più poderosa della reazione, ma dobbiamo resistere e lottare per portare la scintilla della conoscenza rivoluzionaria e il fuoco rivoluzionario alla polvere dell'energia del popolo, al momento giusto. Lenin disse: «Vi sarà o no la rivoluzione? Questo non dipende solo da noi, ma noi faremo ciò che dobbiamo fare e non sarà mai invano».[8] Facciamo che i nostri pensieri e nelle nostre azioni seguano l'esempio di Lenin e del partito Bolscevico.

I compagni tedeschi ci hanno detto che, in un monumento a Marx e Engels, i lavoratori hanno scritto: "Non importa, la prossima volta faremo meglio!"

Anche noi siamo sicuri di questo!

Sono trascorsi 100 anni da quando il cannone dell'Aurora ha inaugurato una nuova era della Nuova Vita dell'umanità. Il mondo non dimentica, non può dimenticare questo grande evento, perché da quel momento il mondo è cambiato. Il mondo segna Questo Giorno. E i lavoratori guardano ai comunisti e alla classe operaia russa con la speranza che la loro esperienza di lotta, la loro esperienza di fare una grande rivoluzione e la costruzione del socialismo, l'esperienza del successo e dell'analisi degli errori aiuterà i lavoratori del mondo intero a difendere i propri interessi e muoversi sulla strada del progresso, la strada del socialismo.

I lavoratori del mondo sperano anche che i comunisti e i lavoratori in Russia inizino di nuovo a preparare la formazione di un nuovo stadio della rivoluzione socialista. E noi, comunisti del PCOR-PCUS, lo consideriamo il nostro dovere storico.

Non vacilleremo e andremo avanti sulla nostra strada!


[1] K. Marx, F. Engels, Il manifesto del Partito Comunista, cap.III Letteratura socialista e comunista, par. 2 Il socialismo conservatore o borghese.

[2] V. Lenin, Che fare?, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.5, pag.431

[3] V. Lenin, Che fare?, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.5, pag.480

[4] V.I. Lenin, Il radicale russo è forte nel senno di poi!, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.11, p.220

[5] V.I. Lenin, Estremismo, malattia infantile del comunismo, cap. V Il comunismo "di sinistra" in Germania. I capi, il partito, la classe, le masse, Op. complete. Ed. Editori Riuniti, vol. 31, p.36

[6] V.I. Lenin, Stato e Rivoluzione, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.25 p.365

[7] V.I. Lenin, Il contenuto economico del populismo e la sua critica nel libro del signor Struve, cap. I, Glosse marginali alla "profession de foi" populista, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol. I, p.397

[8] Lenin, La piattaforma dei riformisti e la piattaforma dei socialdemocratici rivoluzionari, Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol. 18 p.369


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