Sull'esperienza dell'Internazionale Comunista e la storia del PCM
Pável Blanco Cabrera * | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
I. A marzo di quest'anno si sono compiuti i cent'anni della realizzazione del Primo Congresso dell'Internazionale Comunista e a novembre si compiono 100 anni dell'inizio dell'attività della Sezione Messicana dell'Internazionale Comunista, ragione commemorativa che ci porta alla riflessione sulla sua importanza e trascendenza storica, così come sulla sua attualità proiettata nelle lotte proletarie rivoluzionarie contemporanee.
È in generale con la II Internazionale che i partiti operai acquisiscono forza, divengono di massa e svolgono un intervento politico importante, ma al suo interno compaiono anche tendenze molto negative, sempre contrastate da Marx e da Engels fino a quando il battito dei loro cuori glielo permise. Problemi molto gravi, posizioni di principio e questioni di strategia e tattica vanno comparendo all'interno della II Internazionale, demarcando il campo dei riformisti, opportunisti, da un lato e dei difensori del marxismo, rivoluzionari, dall'altro, all'interno della socialdemocrazia, in ogni partito e in tutta l'Internazionale: la questione coloniale, la questione nazionale, il ruolo della riforma, la tattica parlamentare, le questioni di organizzazione, il dogmatismo e il revisionismo, lo sviluppo del capitalismo in imperialismo e la possibilità di una guerra mondiale. All'interno della II Internazionale la lotta tra entrambe le posizioni copre un periodo di quasi due decenni, nei quali si evidenziano il bolscevismo e Vladimir Ilich Lenin così come Rosa Luxemburg, Franz Mehring, Karl Liebkenecht e altri, nella socialdemocrazia tedesca.
La posizione degli opportunisti espressa teoricamente da Eduard Bernstein, a cui si aggiunsero anche Karl Kautsky e Georgi Plejanov, partiva dall'avvilimento del marxismo in due maniere: facendo di esso un dogma e stravolgendolo o mutilandolo. Ad esempio nella necessità di sviluppare il capitalismo e la repubblica borghese predicando l'impossibilità rivoluzionaria e considerando che solo nei paesi più sviluppati del capitalismo si trovavano le premesse per il socialismo. Così venivano diffusi paragrafi di Marx e Engels selezionati ad hoc, occultando e sigillando sotto chiave l'opera completa. Così alcuni paragrafi, decontestualizzati, venivano utilizzati per dare un senso diverso agli scritti dei maestri del proletariato. È arcinoto l'episodio di come venne mutilata l'introduzione[1] che scrisse Engels a La lotta di classe in Francia nel 1848 e nella quale la direttiva socialdemocratica cercava di creare la finzione che Engels fosse sostenitore dell'assolutizzazione che l'opportunismo faceva della via pacifica, quando invece precisamente ciò che il grande rivoluzionario cofondatore del marxismo esprimeva era che le forme di lotta e le tattiche dipendono dalla situazione storica concreta.
Il riformismo prese le distanze dalla tesi marxista della rivoluzione sociale considerando che gradualmente e senza balzi, sulla base dell'ampliamento della base elettorale, con l'aumento graduale dei seggi parlamentari, si avvicinava il giorno della fine dello sfruttamento; puro vaniloquio pericoloso. Per questo Lenin chiamava gli opportunisti agenti borghesi nelle file del movimento operaio.
A differenza di altri paesi dove la lotta tra le correnti si svolgeva all'interno dello stesso partito, i bolscevichi in Russia ebbero la comprensione teorica del fenomeno opportunista come liquidatore della lotta rivoluzionaria e giunsero alla conclusione della necessità del partito proletario autonomo, con unità ideologica, politica e organizzativa, con direzione rivoluzionaria, il partito di nuovo tipo, senza gli opportunisti e contro gli opportunisti. Tale partito poteva costruirsi solo su basi teoriche solide, dialettiche, difendendo e sviluppando il marxismo in un momento inoltre in cui si passava dal capitalismo della libera concorrenza a quello dei monopoli. La lotta contro i menscevichi li temprò e gli fornì una grande esperienza nell'ascesa e nel riflusso della lotta di classe soprattutto nelle tre rivoluzioni che gli toccò vivere. Il partito della classe operaia, armato della teoria marxista, rivoluzionario, internazionalista, di classe, in guardia permanente contro l'opportunismo, è la chiave del trionfo della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, mentre la sua assenza o poca esperienza, è il fattore della sconfitta della Rivoluzione, come in Germania nel 1918-1919.
Questo apprendimento collocò i bolscevichi e Lenin all'avanguardia della lotta contro l'opportunismo internazionale. Quando i preparativi non lasciarono più dubbi sullo scoppio della Prima Guerra Mondiale, formalmente la II Internazionale si pronunciò contro la guerra nel Manifesto di Basilea del Congresso Socialista Internazionale del 1912, che tradì nel 1914 chiamando alla difesa delle proprie borghesie e alla conflagrazione tra i lavoratori di diverse nazionalità. La II Internazionale entrò in decomposizione, adottando il socialsciovinismo - chiamato da Lenin il culmine dell'opportunismo - la franca alleanza dell'opportunismo con la borghesia, con base nel contenuto ideologico della collaborazione delle classi invece della lotta di classe, la rinuncia ai mezzi rivoluzionari di lotta, l'aiuto al "proprio" governo nelle situazioni difficili, invece di utilizzare le sue difficoltà nell'interesse della rivoluzione[2]. Lenin presentava allora la seguente conclusione: la classe operaia non può assolvere la sua funzione rivoluzionaria mondiale senza condurre una lotta spietata contro l'opportunismo e l'avvilimento teorico del marxismo.
La decomposizione della II Internazionale, il suo fallimento, diede origine alla sinistra zimmerwaldiana nel 1915 e mise in chiaro ai marxisti che dovevano dar vita a una nuova internazionale. La lotta di classe di quegli anni diede piena ragione a Lenin e ai bolscevichi, poiché il corso della guerra imperialista e una posizione conseguente di principi fece si che in Russia si producesse la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, vittoria fondata, tra le altre questioni, nella lotta senza concessioni contro l'opportunismo.
La Rivoluzione Tedesca del 1918 è un esempio amaro di una sconfitta che ebbe di base la tardiva lotta contro l'opportunismo, la coesistenza con gli opportunisti in uno stesso partito quasi fino alla sua vigilia[3]; nonostante l'eroismo degli spartachisti e il genio dei suoi quadri dirigenti, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, senza una lotta franca contro l'opportunismo dalle sue prime manifestazioni, che inoltre denunciarono in tempo senza però fornire i passi organizzativi conseguenti, una parte importante della classe operaia rimase sotto il controllo della socialdemocrazia permettendo il suo compito controrivoluzionario per assicurare la continuità del capitalismo in Germania.
Era chiaro che i marxisti dovevano fondare una nuova Internazionale, la III Internazionale, una Internazionale Comunista.
II. Nel marzo 1919 si riunì a Mosca il I Congresso della III Internazionale, che iniziò la propria esistenza da questa data fino al maggio del 1943, sviluppando 7 Congressi.
L'importanza della Internazionale Comunista è fuori discussione poiché grazie alla sua attività nella maggioranza dei paesi di tutti i continenti, nacquero partiti comunisti: in alcuni casi come risultato di partiti operai precedenti, in altri invece per la prima volta la classe operaia contava sul suo partito politico. I lavoratori del mondo erano entusiasti perché per la prima volta in un paese la classe operaia si trovava di fronte ai compiti statali e si costruiva la società senza sfruttati e sfruttatori. I lavoratori seguivano con grande attenzione la Rivoluzione Socialista, la Russia Sovietica prima e l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, che si creò sulla sua base succesivamente. Molteplici azioni di solidarietà danno prova della grande agitazione proletaria internazionale, pubblicazioni, mobilitazioni, creando un ambiente favorevole all'appello del Primo Congresso dell'Internazionale Comunista a raggrupparsi nelle sue fila.
È eroica la pagina storica in cui quadri del Comintern girano per vari paesi contribuendo alla creazione delle sue Sezioni affrontando la persecuzione e una buona quantità di problemi. Ma l'obiettivo si concretizzò. Partiti Comunisti in Asia, Africa, America, Europa e Oceania, forze che dovevano alterare il corso della storia fino a quel momento scritto solo a favore degli sfruttatori. A questo lavoro organizzatore si accompagna uno sforzo che rende i suoi frutti ancora oggi: universalizzare la teoria rivoluzionaria del marxismo, già arricchito come marxismo-leninismo attraverso il lavoro editoriale, un compito enorme, che implicò la traduzione in molte lingue dei classici del marxismo e della stessa opera dell'Internazionale Comunista. Pubblicare, trasportare e distribuire. Centinaia di migliaia di proletari furono armati della teoria marxista-leninista e una grande quantità studiò nella scuola del Comintern a Mosca. La lotta di classe si qualificò a favore dei lavoratori e dei popoli.
È palpabile il beneficio alla lotta mondiale capitale/lavoro: sindacalismo di classe, azione politica dei lavoratori, lotte rivoluzionarie, organizzazione ed educazione degli operai e contadini, una reale fusione del socialismo scientifico con il movimento operaio, in una magnitudine sconosciuta fino a quel momento, mondiale. Inoltre il lavoro del Comintern raccolse la bandiera rossa dell'internazionalismo proletario, calpestata dalla II Internazionale e la sventolò combattivamente, prestando solidarietà alle lotte operaie e popolari, come nel caso della Repubblica in Spagna, scrivendo una delle più belle pagine di fraternità tra i lavoratori. Il Comintern tracciò il cammino per lottare contro il fascismo, contribuendo intimamente con il PCUS e l'URSS alla guerra antifascista che terminò con la sconfitta del nazi-fascismo. Furono suoi i quadri e gli organizzatori politici e militari della resistenza, i partigiani in tutta Europa e gli artefici della corrente mondiale antifascista.
Il Comintern, con le sue sezioni, i partiti comunisti, portò avanti processi rivoluzionari che aprirono ai lavoratori la prospettiva del potere. La colonna Prestes in Brasile, le insurrezioni in Ungheria, Germania, Italia, Cina e forti partiti comunisti, rappresentanti della maggioranza della classe operaia, come il PC di Germania, Francia, di Cecoslovacchia, di Spagna, d'Italia, di Grecia, di Jugoslavia, di Bulgaria, di Cina, Vietnam, Corea. I contributi dell'Internazionale Comunista sono giganteschi, il suo lavoro è ancora presente e le lezioni per i comunisti e gli operai rivoluzionari sono molte.
III. È un momento opportuno per effettuare delle valutazioni. Nel Partito Comunista del Messico abbiamo intrapreso uno studio dei materiali e documenti della III Internazionale, sia dei sette Congressi realizzati, dei Plenum e Plenum allargati, delle sue pubblicazioni (Corrispondenza internazionale, l'Internazionale Comunista, Edizioni Europa e America - EDEYA-). Non è stato un compito facile[4], ma oggi abbiamo un archivio iniziale sufficiente per avere un panorama chiaro, che ci permette di affrontare le deformazioni, gli attacchi, i miti e le diffamazioni.
Vogliamo portare l'attenzione adesso su alcune questioni che sono collocate nel movimento comunista internazionale: 1) Dopo il XX Congresso e soprattutto del XXII Congresso del PCUS, le nuove direzioni di partito promossero una versione tendente non a negare il ruolo del Comintern, ma a minimizzarne l'importanza come elemento centrale nella conformazione dei partiti comunisti. 2) Considerare superata la necessità di una Internazionale, con l'argomento del policentrismo, degli "errori" del centro e negare una strategia rivoluzionaria unificata sotto l'argomento delle vie nazionali, dei cammini nazionali, del primato della specificità, del particolare al di sopra delle leggi generali. 3) Assumere tutta la storiografia borghese e piccoloborghese, soprattutto quella versione del "marxismo occidentale" sul settarismo e negare tutto l'apporto di strategia e tattica precedente a quello approvato nel VII Congresso, come se tutto il precedente fosse un cumolo di errori. 4) Occultare le conseguenze deleterie della negazione del ruolo centrale del partito comunista come partito rivoluzionario della classe operaia promuovendo l'unità di partiti comunisti con partiti socialisti e anche di gioventù comuniste con quelle socialiste, abbassando la qualità del partito marxista-leninista diluendolo con elementi socialdemocratici, causando disastri come risultato di questa concezione unitaria.
Sulla prima questione posta è molto chiaro che ci fu uno sforzo per negare l'importanza dell'Internazionale Comunista come creatrice dei partiti comunisti oggi esistenti. È vero che alcuni furono creati tardivamente o già quando la III Internazionale non esisteva più e che alcuni furono creati poco prima del Primo Congresso del Comintern, ma sotto l'influenza della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, della necessità della lotta contro l'opportunismo e della lotta rivoluzionaria per il potere, cioè i criteri che diedero il via all'esistenza della III Internazionale. Ma l'immensa maggioranza dei partiti comunisti fu il risultato dell'azione organizzatrice dell'Internazionale Comunista, dei suoi orientamenti, dei suoi quadri, della sua agitazione, propaganda e processi educativi. L'Internazionale Comunista è la scuola per la quale sono passati i rivoluzionari marxisti-leninisti per contribuire a far compiere ai loro partiti comunisti il loro ruolo storico.
Nel 1970, in un rapporto al CC del primo PC del Messico, il liquidatore Arnoldo Martínez Verdugo[5], riscrive la storia della Sezione Messicana del Comintern, cercando di sostenere che fin dai suoi inizi fu un partito nazionale, creato dalla classe operaia al margine degli importanti avvenimenti storici che sono le sue fonti. Sovrastimava il ruolo del Partito Socialista Messicano di effimera esistenza, confusi obiettivi e programma e l'inesistente vita organica per giungere alla conclusione che da esso sorge il PCM, negando i fatti reali, per sostenere che il ruolo dell'Internazionale fu semplicemente complementare; questo aveva come obiettivo quello di servire da supporto alla politica opportunista che portò alla liquidazione del primo PCM e che si caratterizza per rompere i legami con l'internazionalismo proletario, come nel 1968 condannando la solidarietà internazionalista dell'URSS con la Cecoslovacchia socialista o nel 1979 criticando l'Armata Rossa in Afghanistan e in generale di attacco alla costruzione socialista nell'URSS, di rinuncia alle norme leniniste nella vita interna, accettando le correnti, rinunciando alla via rivoluzionaria per la presa del potere e elevando a tesi principale la lotta per la democrazia in astratto, cioè della democrazia borghese in concreto; tutta questa politica liquidatrice si giustificava nella tergiversazione storica di far del PCM un partito nazionale che aveva come obiettivo la democrazia e che condannava la sua storia di lotta, patrimonio prezioso della classe operaia, negando l'importanza del partito comunista come elemento indispensabile della lotta politica dei lavoratori per il suo obiettivo storico. Attualmente stiamo lavorando per contare su una traccia storica dei primi 20 anni del PCM, adottando la seguente metodologia: in quanto Sezione della Internazionale Comunista studiarlo attraverso i suoi documenti e risoluzioni e il suo lavoro politico e di influenza tra la classe operaia.
Sulla seconda questione, ovviamente l'attacco all'Internazionale Comunista esisteva da sempre e non ci riferiamo solo alla condanna del capitale, della borghesia, che come sappiamo nella sua posizione più reazionaria formò l'Asse anti-Comintern, ma alle condanne dei rinnegati del marxismo, come Kautsky e altri. Nel corso della sua esistenza l'Internazionale Comunista ha affrontato tendenze di destra o di estrema sinistra che cercavano di deformare o sabotare i suoi obiettivi, incluso la ridicola formazione della IV Internazionale da parte di Trotskij e dei suoi seguaci, una caricatura in termini organizzativi se comparata al Comintern.
Finché è esistita, l'Internazionale Comunista affrontò con successo tutti gli attacchi contro di essa, esterni e interni e acquisì in questo una grande esperienza che si riflette nei suoi dibattiti, nei meccanismi per districarsene, nei problemi del proprio partito mondiale, come in ognuna delle sue sezioni nazionali e quella che fu la sua principale sezione, il Partito Comunista Bolscevico dell'URSS, di ripercussioni per tutti, contro il trotskismo, il bukharinismo. Non c'è partito comunista oggi che possa rinunciare all'apprendimento di questa esperienza se vuol esser un vero partito di classe, rivoluzionario e internazionalista.
Insistiamo sugli effetti negativi della piattaforma opportunista-revisionista del XX e XXI Congressi del PCUS che aprono la porta a concezioni che rinnegano il contributo della III Internazionale e che tutto ci indica che esistevano già all'interno di essa, ma erano contenute dal predominio delle posizioni marxiste-leniniste. Chi le espresse con veemenza fu Togliatti, anche se nel decennio precedente le aveva già presentate incomplete e con meno forza Earl Browder[6] e anche il programma del PC di Gran Bretagna[7].
Con la visione errata e revisionista della coesistenza pacifica e la sua proposta che la transizione dal capitalismo al socialismo possa realizzarsi in maniera pacifica utilizzando i canali parlamentari senza ricorrere alla Rivoluzione e inoltre negando le leggi generali di essa, si sostiene che esiste una diversità di cammini. Si sostiene che bisogna porre l'accento sulle specificità, nel particolare di ogni paese, poiché l'elemento determinante è che non ci sono ricette, per cui si rifiutano meccanismi di coordinamento e articolazione internazionale e si iniziano gli attacchi alla storia del Comintern e a qualsiasi possibilità di elaborazione collettiva da parte dei PC di una strategia rivoluzionaria unificata. Il paradosso della sua argomentazione a favore del policentrismo è che negando le leggi generali della rivoluzione si stabilisce un cammino unico per le sue vie nazionali, non importa se sia la via italiana al socialismo, il socialismo con colori di Francia, la via messicana al socialismo, ecc.
Le premesse irrinunciabili di tale concezione sono le alleanze con la borghesia e la socialdemocrazia, ossia le alleanze interclassiste, la difesa serrata della democrazia borghese (parlamentarismo, pluripartitismo), la rinuncia e l'attacco alla dittatura del proletariato e anche la concezione che la classe operaia non è più il soggetto della rivoluzione. Gli attacchi all'Internazionale Comunista sono calunniosi e si cerca di fare una caricatura del centro, dicendo che erano risoluzioni burocratiche e lontane dalla realtà quelle che si elaboravano lì.
Cosa che è totalmente falsa poiché si può apprezzare nei documenti, la cura, la fermezza rivoluzionaria, la metodologia scientifica e la responsabilità di fronte la classe operaia internazionale, con consultazioni, scambi, mobilitazioni di quadri che sul terreno contribuivano a far sì che ogni Sezione rispondesse al meglio agli obiettivi rivoluzionari della classe operaia, indipendentemente dal fatto se le condizioni per questi quadri fossero rischiose, complicate; ciò che è certo è che il Comintern compì il suo dovere. Inoltre in ogni Plenum del Comitato Esecutivo, nelle discussioni delle commissioni, per paese o regione e nei Congressi c'è una elaborazione profonda, derivata dalla rigorosità con cui ogni partito comunista venne forgiato - dalle 21 condizioni al processo di bolscevizzazione.
L'attacco alla necessità della strategia rivoluzionaria unificata in realtà è in difesa di una strategia opportunista unificata, l'attacco al "centro" in realtà è la difesa di un centro opportunista, poiché l'opportunismo nel movimento comunista coordina i suoi sforzi e non parliamo solo di ciò che è visibile, come il Partito della Sinistra Europea o il Forum di San Paolo, ma del lavoro sporco contro i partiti comunisti che attualmente avanzano nella posizione per una strategia unificata rivoluzionaria contemporanea e anche di iniziative orientate alla logica della riforma, dell'adattamento, della conciliazione, della smobilitazione della classe operaia.
Tuttavia e nonostante tutto, ciò che è stato delineato dai classici del marxismo-leninismo e l'esperienza dell'Internazionale Comunista, rimane valido. L'unità internazionale della classe operaia per sviluppare in antagonismo è necessaria, ora più che mai, quando sono più profonde le relazioni di interdipendenza, quando il sistema capitalista acutizza le contraddizioni interimperialiste e la possibilità di una nuova guerra imperialista mondiale si delinea, quando lo sfruttamento da parte dei monopoli contro il proletariato non rispetta alcuna frontiera, quando i popoli del mondo richiedono un orientamento di classe e rivoluzionario per lottare, serio e responsabile, quando il capitale nidifica in ogni angolo, per ogni dove e internazionalizza la lotta e i monopoli sfruttano i lavoratori senza tener conto della loro nazionalità ed esportano i loro capitali indiscriminatamente senza preferenza nazionale, tenendo solo come priorità il lucro, il profitto; ovviamente oggi i lavoratori e le loro avanguardie - i partiti comunisti - necessitano di una strategia rivoluzionaria unificata per condurre la lotta di classe nel suo terreno concreto, cioè in ogni nazione, partendo dalla legge dello sviluppo diseguale. Senza far un'analogia, non possiamo negare che c'è molta similitudine nella lotta tra gli opportunisti e i rivoluzionari nel periodo finale della II Internazionale e i proliferami della III Internazionale, con ciò che avviene oggi nel movimento comunista internazionale.
Il terzo aspetto che regola le nostre riflessioni, è l'affermazione secondo cui la strategia posta dal Rapporto del compagno Georgi Dimitrov al VII Congresso dell'Internazionale Comunista nel 1935 costituirebbe la maturità del movimento comunista, il gradino più alto e finale nella sua elaborazione strategica. È chiaro che il tentativo sia quello di assolutizzarla e non è casuale che l'eurocomunismo ha dichiarato in molte occasioni che in essa si trovavano le sue radici e che in linea con essa, correnti opportuniste diverse come l'eurocomunismo, il marxismo occidentale e il trotskismo, coincidono nel demonizzare le elaborazioni precedenti, soprattutto del V e VI Congresso, la linea di classe contro classe, come settarie e di sinistra.
Non possiamo non tener conto della questione di una condizione materiale presente nell'analisi della posizione del Fronte Popolare: il fascismo e la guerra imperialista che era alla base di questa svolta strategica aveva come obiettivo liquidare la patria dei lavoratori, il paese del socialismo, la gloriosa Unione Sovietica. L'alleanza che dal Fronte Popolare si sviluppò può considerarsi solo temporanea. Certamente oggi con la controrivoluzione che ha rovesciato temporaneamente la costruzione socialista nell'URSS, questa premessa è inesistente e tale politica non ha senso.
Ma andiamo al concreto, in termini di esperienza storica della Sezione Messicana dell'Internazionale Comunista. Con il V Congresso della IC avviene la bolscevizzazione del PCM, riducendo il partito dal punto di vista numerico, ma rafforzandolo qualitativamente come partito di quadri chiarificati dal punto di vista ideologico e programmatico, rivolti al lavoro di massa con la classe operaia. Così si giunge al V Congresso del PCM nell'aprile del 1928, poche settimane dopo il IX Plenum del CEIC che approva l'orientamento di classe contro classe, riaffermato nel VI Congresso dell'Internazionale Comunista nel luglio-settembre dello stesso anno.
I risultati sono accertabili e li presentiamo sinteticamente: i comunisti in Messico entrano in uno sviluppo ascendente, dal numero di militanti, cellule e organizzazioni regionali; il giornale El Machetepassa da esser letto solo da alcune migliaia ad avere circa 50.000 lettori; il lavoro sindacale rosso, ossia di classe attraverso la CSUM[8] contro il sindacalismo giallo della CROM (Morones) e la CROM depurata (Lombardo Toledano)[9] e accumula una forza importante tra gli operai industriali; la crescita del PCM, che ha anche una grande influenza tra i contadini, gli intellettuali e gli artisti, oltre al precedentemente citato, si realizza in mezzo alla clandestinità tra il 1929 e 1934, che supera con successo. Dove sta l'indebolimento organizzativo, l'isolamento delle masse, il settarismo? La storia non lo registra così.
Al contrario l'applicazione degli orientamenti del VII Congresso comportò numerosi problemi, che alla lunga avranno gravi implicazioni, tra essi la liquidazione del primo PCM nel 1981. Sul piano sindacale, prima la linea di classe abbandona lo scontro con il sindacalismo giallo e passa all'unità subordinata, per un periodo molto breve, poiché in un quinquennio gli accordi unitari sono traditi e in un decennio, sotto l'impulso del maccartismo i comunisti sono perseguiti ed espulsi da un movimento sindacale già corporativo allo Stato e funzionale alla borghesia; sul piano ideologico l'educazione marxista-leninista alla classe operaia cede all'ideologia borghese della Rivoluzione Messicana; sul piano politico il Fronte Popolare si concretizza entrando nel Partito della Rivoluzione Messicana[10], un partito interclassista, più nitidamente un partito della classe borghese. Da un lato c'è una crescita derivante da quell'ammorbidimento, che all'inizio degli anni '40 si traduce in una uscita di massa, poiché erano affiliati e non militanti e dall'altro lato tra la militanza attiva c'è una tale confusione su una svolta così brusca che si apre una crisi a cui si cerca di dar soluzione con il Congresso Straordinario del 1940, senza successo. Senza negare l'importanza storica del VII Congresso, affermiamo solo alcuni problemi generati che mettono in discussione il giudizio opportunistico sul "settarismo" del V e VI Congresso e che magnificano il VII.
Da questa svolta che produce la linea del Fronte Popolare con la strategia antifascista si produce anche l'orientamento di cercare l'unità in un solo partito della classe operaia dei comunisti e i socialdemocratici, iniziando dall'unità in Spagna tra la gioventù del PCE e quella del PSOE nella JSU e in Messico della Gioventù Comunista, con le gioventù del PRM nella JSUM. Nel caso del Messico abbiamo gli elementi per giungere alla conclusione che si produsse un vuoto nella formazione di quadri di rilievo del partito comunista, arrestando la loro crescita; si produsse così una generazione di quadri del partito borghese attiva e cruciale nei trent'anni seguenti.
Tale idea rimase sottostante e permise che conclusa la Seconda Guerra Mondiale, in alcuni paesi d'Europa si concretizzasse, ad esempio nella Germania democratica, in Polonia, Ungheria; come la storia insegna l'elemento socialdemocratico non fu superato e in modo sotterraneo avanzò come un cancro incurabile esplodendo con tutte le sue conseguenze funeste durante la controrivoluzione degli anni '80. Sminuire l'importanza del partito comunista come partito della rivoluzione fu alla base anche dei partiti di sinistra, partiti ampi nelle lotte di liberazione nazionale o anche come argomento per liquidare i partiti comunisti.
Ovviamente dobbiamo approfondire lo studio e trarre le conclusioni necessarie, come parte della nostra concezione a favore di una strategia rivoluzionaria unificata e di una collaborazione più effettiva tra i partiti comunisti e chiaramente a favore dell'eredità della III Internazionale.
*) Primo Segretario del CC del Partito Comunista del Messico (PCM)
Articolo scritto per la rivista Nuestra Política, del CC del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE)
Note:
[1] Scritta nel 1895, fu pubblicata con parti censurate, cosa che provocò un'adirata protesta di Engels. La sua pubblicazione integrale avvenne per la prima volta in URSS, nel 1930.
[2] Lenin, Vladimir Ilich, Opere Complete, Vol. 21 pag. 269, ed. Editori Riuniti. Il socialismo e la guerra, luglio-agosto 1915.
[3] Agli inizi del 1919 si fonda il Partito Comunista di Germania, separandosi dal Partito Socialdemocratico Indipendente diretto da Kautsky
[4] La liquidazione del primo PCM nel 1981 tra le altre cose ebbe come conseguenza che i suoi archivi finirono nelle mani del CEMOS (Centro Studi del Movimento Operaio e Socialista) che realizza la sua attività con un criterio politico incline a quella che fu la direzione eurocomunista liquidatrice e pertanto realizza un filtro dei documenti. Inoltre, nonostante si dichiarano aperti, gli archivi in realtà sono sottoposti ad una logica privatizzata. Per questo abbiamo dovuto rintracciare i materiali dell'Internazionale Comunista in vari paesi, ricorrendo ai partiti comunisti fratelli, realizzando acquisizioni al RGASPI (archivio statale russo di storia socio-politica) di Mosca, andando in vecchie librerie e biblioteche specializzate e di compagni.
[5] Segretario del PCM che guidò la linea "rinnovatrice" proiettata dal XX Congresso del PCUS, e principale liquidatore nel 1981 del Partito.
[6] Fu sul punto di riuscire a liquidare il PC degli USA e convertirlo in una specie di circolo di studi che realizzava l'azione politica attraverso i partiti borghesi, ma trovò una forte resistenza interna e internazionale, tra esse l'importante lettera di Jaques Duclos. Le tesi di Browder che portavano fino alle sue estreme conseguenze l'alleanza temporanea contro il fascismo tra comunisti, socialdemocratici e la borghesia e faceva della collaborazione di classe la sua bandiera, influenzarono fortemente i partiti comunisti dell'America Latina, soprattutto quello di Cuba e di Colombia (che cambiarono anche nome e struttura) e quello del Messico e Cile.
[9] Confederazione Regionale Operaia Messicana, che raggruppava sindacati gialli, anche se si divide con una sezione guidata da Lombardo Toledano, un marxista legale sostenitore della conciliazione di classe, e dell'alleanza della classe operaia con la cosiddetta borghesia nazionale, che considerava lo Stato borghese un arbitro nel conflitto capitale/lavoro.
[10] Principale partito della borghesia dal 1929 e al potere fino al 2018, sorse con il nome di Partito Nazionale Rivoluzionario, e negli anni '40 acquisì il nome di Partito Rivoluzionario Istituzionale.
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.
Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.