www.resistenze.org - popoli resistenti - germania - 14-06-22 - n. 833

Introduzione ai tre contributi teorici

Giaime Ugliano

Giugno 2022

L'impatto della guerra in Ucraina ha avuto conseguenze profonde sul dibattito teorico-politico all'interno del movimento comunista internazionale. Diverse organizzazioni hanno mutato i loro orientamenti o hanno aperto dibattiti interni sulla valutazione degli eventi, purtroppo però laddove questi dibattiti rimangono celati all'interno delle strutture organizzative non si riescono a cogliere le effettive posizioni o le analisi che hanno contribuito a raggiungerle.

Un'eccezione rappresenta invece il dibattito all'interno del KO (Kommunistische Organisation, Organizzazione Comunista), organizzazione tedesca di recente formazione nata da una scissione del DKP (Partito Comunista Tedesco) e della SDAJ (Gioventù Socialista Operaia Tedesca): il dibattito ha visto numerosi contributi, tutti disponibili online in forma di articoli o brevi saggi. Cito dall'introduzione che la redazione del sito online del KO ha messo all'inizio del dibattito: "È necessario metterli sul tavolo in modo chiaro e aperto e presentare le loro basi argomentative nel miglior modo possibile in modo da poter avere una visione d'insieme delle posizioni effettivamente rappresentate. Possono essere utili anche indicazioni su questioni irrisolte e incertezze che possono accompagnare alcune posizioni."

Da molti spunti, presenti all'interno dei vari contributi che sono stati pubblicati, pare che la scintilla che ha acceso il fuoco della discussione sia stata l'appoggio del KO alla dichiarazione pubblicata su Solidnet [1], su iniziativa principalmente del Partito Comunista di Grecia, di Turchia, Spagna (PCTE) e Messico. Questa adesione e il contenuto dell'appello è stata messa in discussione da alcuni compagni aderenti al KO scatenando il dibattito.

Questi individuati sono tre articoli particolarmente rilevanti, e si è deciso di tradurli proprio per condividere e portare avanti il dibattito sulla guerra e in generale sulla fase imperialista del capitalismo all'interno del movimento comunista internazionale.

Siamo sicuri che le posizioni espresse, sia quelle più vicine al lettore, sia soprattutto quelle quelle in senso contrario, siano utili a definire meglio questa questione chiave, legata a doppio filo con la tattica e la strategia che i comunisti debbono implementare nella realtà concreta tutti i giorni.

Nel primo di questi tre articoli ("La resa dei conti interimperialista e l'attacco della Russia all'Ucraina" di Thanasis Spanidis) il compagno traccia in forma di brevi tesi l'analisi delle ragioni materiali che hanno portato allo scontro bellico in corso: riassume bene le condizioni di partenza, anche se nutriamo qualche dubbio sulla giustapposizione della questione del "fascismo" in Ucraina rispetto a equivalenti (?) fenomeni di destra in Russia. La forma assertiva delle tesi per necessaria brevità non affronta ovviamente tutti i nodi politico-economici, militari e anche teorici.

Nel secondo saggio, la compagna Klara Bina raccoglie le tesi dei compagni contrari all'adesione alla dichiarazione congiunta di cui sopra, rimettendo anche in discussione i principi su cui il KO si era inizialmente strutturato (le "Tesi Programmatiche", più volte menzionate). Questo articolo merita di essere selezionato e tradotto in quanto il livello politico e l'analisi espressa è a nostro parere un buon riassunto delle analisi espresse da quel settore nel movimento comunista internazionale che tende ad affidare ruoli "anti-imperialisti" o "progressivi" ai nuovi paesi capitalisti emergenti come ad esempio i BRICS.

La sfida aperta è lanciata alle posizioni dei partiti (in particolare del KKE, Partito Comunista di Grecia) che sostengono la lettura dell'imperialismo come sistema mondiale di rapporti di interdipendenza asimmetrici. In contrasto a questa lettura, che l'autrice denuncia come "non più leninista", si propone un modello di lettura dei rapporti internazionali basati sulla presenza di un "manipolo di ladri" che contribuiscono a spartirsi il bottino sulle spalle del resto del mondo. Non ci dilunghiamo oltre per lasciare l'approfondimento ai saggi proposti.

E' presente un'ottima disamina iniziale sull'opportunismo, che deriva da errate concezioni sulla categoria di imperialismo, mentre le tesi iniziali si pongono sulla "progressività" dell'"operazione speciale", individuando degli interessi in comune tra il proletariato russo e la propria borghesia.

Una nota doverosa, vista la provenienza estera dell'articolo, è che la percezione dell'autrice delle tesi "opportuniste" e in particolare la rilevanza delle organizzazioni di classe ad esse associate è molto diversa da paese a paese, e forse addirittura in Italia il livello teorico è ancora inferiore e l'opportunismo ancora più dilagante, sebbene molte considerazioni possano essere rapportate anche al nostro paese.

Il senso dell'ultima parte (che prova a dimostrare la possibilità delle guerre nazionali anche in periodo imperialista, cfr. dibattito Junius-Lenin) molto chiaro e sensato, con difficoltà però riesce a spiegare il grande sottinteso dell'articolo (in nessun luogo detto esplicitamente, ma evidente dal ricollegare l'analisi del corpo dell'articolo con le tesi iniziali) cioè la definizione di "guerra nazionale" (difensiva?) della Russia contro l'oppressione del blocco imperialista USA-NATO-UE, da cui l'autrice fa derivare la momentanea convergenza di interessi del proletariato russo con la propria borghesia.

Nel terzo saggio, di nuovo del compagno Thanasis Spanidis in aperta risposta al saggio precedente della compagna, si trova un'importante disamina sulla posizione all'interno della piramide imperialista di due paesi "di secondo piano" come la Russia e il Messico (in risposta alla definizione di Klara di Russia non imperialista). Vi si trova anche un approfondimento sulla doppia origine della "teoria della dipendenza" e i concetti opportunisti che ne derivano all'interno del movimento comunista internazionale. Si conclude con l'analisi dell'immagine della "piramide imperialista", la sua aderenza, secondo il parere dell'autore, con l'applicazione dei principi di Lenin alla (necessariamente diversa) situazione del mondo odierno; anche rispetto ai "corto-circuiti teorici" a cui si va in contro, secondo il compagno, assolutizzando il concetto del dominio del "manipolo di ladri" sugli altri paesi.

Ovviamente è da sottolineare che ogni errore di interpretazione del testo originale in tedesco è da imputare solo al traduttore e alla sua insufficiente dimestichezza con questa lingua. Buona lettura!

Note:

[1] Urgente! Dichiarazione Congiunta dei Partiti Comunisti e Operai, No alla guerra imperialista in Ucraina!, disponibile online: http://www.solidnet.org/article/Urgent-Joint-Statement-of-Communist-and-Workers-Parties-No-to-the-imperialist-war-in-Ukraine/ e su resistenze.org


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